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Aumenti del 40% in un solo anno: la fine dei voli low cost

L'Enac chiede al governo di attuare intervento legislativo per monitorare il fenomeno

Aumenti del 40% in un solo anno: la fine dei voli low cost

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Con l'impennata dei prezzi che si è registrata in un solo anno i cosiddetti voli low cost sono ormai diventati solo un miraggio. Qualunque motivazione le principali compagnie aeree vogliano fornire, a partire dall'inflazione fino ad arrivare all'incremento del prezzo dei carburanti, pare che l'era dei biglietti aerei a basso costo sia proprio tramontata: a fare da spartiacque, la situazione che si sta registrando un po' ovunque in questa estate 2023. La situazione è talmente fuori controllo da aver spinto lo stesso Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) a mettere nel mirino l'algoritmo in genere utilizzato per stabilire le tariffe.

L'esempio più eclatante arriva da quella che viene considerata la compagnia low cost per eccellenza. Il costo medio per chi sceglie di viaggiare con l'irlandese Ryanair, che continua ad essere ad oggi il principale vettore d'Europa per numero di passeggeri, è di 49,08 euro, con un incremento del 41,70% rispetto al medesimo trimestre del 2022 e un + 35,50% rispetto al periodo precedente la pandemia: ad essere più allarmante il fatto che i 49,08 euro valutati nella sua analisi da Il Corriere si riferiscano a un "prezzo base" senza considerare i vari extra che alla sopra citata tariffa si possono aggiungere anche solo per un bagaglio in stiva.

Sulla stessa strada anche la britannica EasyJet, nata nel solco tracciato da Ryanair quando impazzava il fenomeno dei voli a soli 9,99 euro a tratta: si parla di un aumento del 22,20% dei prezzi rispetto al medesimo periodo dello scorso anno e di un incremento del 35,90% sui costi registrati nel 2019.

Una situazione che non lascia indifferente in primis il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che punta il dito contro le compagnie aeree finite nell'occhio del ciclone."I prezzi di queste settimane rientrano nella fattispecie delle pratiche commerciali scorrette", ha affondato senza troppi giri di parole Mattreo Salvini."Dalle analisi svolte finora è emersa la presenza di anomalie nell’andamento dei prezzi evidentemente non collegate all’aumento del costo del carburante", ha aggiunto.

L'Enac, dal canto suo, rivolge la propria attenzione sul sofware dei motori di ricerca delle compagnie aeree. "Gli algoritmi, oltre a valutare la tempestività dell’acquisto, sfruttano la geo-localizzazione, individuando il tipo di dispositivo utilizzato", accusa l'Ente. "L'iOS di Apple viene associato ad una fascia medio-alta di compratori, e dunque utilizzarlo può portare a spese maggiori". Il dubbio è che il prezzo vari a seconda di queste "tracce" di cui l'algoritmo tiene conto memorizzandole.

"Nelle citate occasioni alla soppressione dei collegamenti ferroviari e all’inagibilità di alcuni tratti autostradali è conseguita un’impennata della domanda di trasporto aereo e l’utenza ha lamentato eccessivi incrementi dei prezzi dei biglietti che, con riferimento a specifiche rotte domestiche, sono arrivati a toccare anche i 1.000 euro l’uno", lamenta l'Enac, che chiede un urgente intervento legislativo.

La proposta è quella di creare un'autorità in grado di "monitorare la domanda/offerta di posti sulle varie tratte ed intervenire nelle tratte in cui vi è la presenza di una forte domanda, chiedendo la pubblicazione in anticipo dei prezzi di tutti i posti disponibili su ogni aeromobile".

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