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"Controlli sì ma niente multe". Cosa può cambiare per il Pos

Maurizio Leo, viceministro all'Economia, annuncia la novità per il Pos: "Abbiamo intenzione di fare controlli, ma non penso che si emetteranno multe"

"Controlli sì ma niente multe". Cosa può cambiare per il Pos

Il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si appresta a imprimere un cambio di passo nell'ambito dei pagamenti elettronici rispetto agli ultimi esecutivi. L'innalzamento del limite ai pagamenti in contante e lo stop all'obbligo di Pos rappresentano due punti di partenza in questa direzione, poiché la tesi di fondo è che tali misure siano un favore alle banche e un bastone tra le ruote per i commercianti. Ecco perché il governo intende intervenire andando incontro ai negozianti.

Cosa può cambiare per il Pos

Ad annunciare una possibile novità è stato Maurizio Leo: il viceministro all'Economia, intervenuto a margine dell'assemblea di Assoimmobiliare, ha fatto sapere che la volontà del governo è quella di apportare una serie di modifiche all'attuale sistema che si interfaccia al mondo dei pagamenti elettronici. Il che potrebbe interessare ad esempio il Pos, il dispositivo elettronico che consente di effettuare pagamenti mediante carte di credito, di debito o prepagate.

Il viceministro Leo ha dichiarato che l'esecutivo ha "sempre intenzione di fare controlli, di agevolare le misure di contrasto al contante", ma al tempo stesso ha fatto una precisazione molto rilevante: "Non penso che si emetteranno multe". Dunque potrebbero sparire dal tavolo le sanzioni alle attività che non utilizzano il Pos.

Dal 30 giugno 2022 è entrato in vigore l'obbligo di accettare i pagamenti elettronici e di conseguenza è stato necessario dotarsi del Pos. Allo stato attuale per i negozianti è prevista l'applicazione di sanzioni in caso di mancato adeguamento alla normativa: chi non permette il pagamento elettronico (ad esempio con bancomat o carte di credito) rischia di ricevere una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione.

Il tetto al contante

Si tratta di una mossa che nella scorsa legislatura è stata partorita con l'obiettivo di limitare l'uso del denaro contante. Ma sul punto si registra una posizione differente da parte del governo Meloni. Lo stesso Maurizio Leo ha parlato anche del tetto al contante che il centrodestra vorrebbe rivedere. Tra le ipotesi c'è quella di incrementare il limite. "Abbiamo visto che il tetto dei famosi 5mila-10mila, poi si stabilirà la misura, è un qualcosa che in altri paesi europei avviene", ha annotato il viceministro.

Ci saranno quindi novità pure per il tetto al contante, che potrebbe salire fino a 5mila euro.

Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, ha invitato ad avere fiducia nei confronti degli italiani e pertanto ha difeso il diritto delle persone di poter utilizzare il denaro contante: "Non dobbiamo penalizzare chi si guadagna onestamente da vivere per contrastare quei pochissimi che fanno delle porcate, per cui la liberalizzazione del contante è un ragionamento che si può fare tranquillamente".

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