
A partire dal pomeriggio di oggi, mercoledì 30 aprile, l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti italiani i modelli precompilati 730 e Redditi PF 2025: si apre così il periodo dedicato all'invio telematico delle dichiarazioni dei redditi. Il Fisco si prepara quindi a effettuare i controlli su tutti quegli elementi in grado di alterare i rimborsi: ma quali sono i casi in cui può verificarsi un loro congelamento? In linea generale l'AdE punta con forza sulla precompilata per semplificare il tutto e accorciare i tempi, incentivando i cittadini ad accettare i dati riportati: ciò non significa, comunque, che nessuno abbia necessità di apportare dei cambiamenti al modulo, e sono proprio le modifiche delle informazioni, oltre che le incongruenze, a far scattare controlli più rigorosi e ritardi fino a sei mesi dei rimborsi spettanti.
I modelli precompilati delle dichiarazioni, tanto il Redditi PF quanto il 730, garantiscono procedure più snelle: stando a quanto previsto dall'art.5 del D.Lgs 175/2014, "nel caso di presentazione della dichiarazione precompilata, direttamente ovvero tramite il sostituto d'imposta che presta l'assistenza fiscale, senza modifiche non si effettua il controllo" sulle spese detraibili o deducibili che vengono comunicate da soggetti terzi come banche, assicurazioni o farmacie.
Cosa che accade, invece, in caso di modifiche: le verifiche si concentreranno proprio sui dati cambiati dal cittadino o dall'intermediario. Se invece l'invio avviene tramite sostituto d'imposta, di qualunque genere esso sia, i controlli saranno ampliati a tutti gli oneri indicati compresi quelli non modificati, con l'unica eccezione delle spese sanitarie qualora esse risultino invariate.
Nel caso in cui, durante i controlli preventivi dei 730, la dichiarazione dei redditi sia modificata ed emergano incongruenze o crediti superiori ai 4mila euro, l'AdE può effettuare una verifica prima di dare il via libera ai rimborsi. Il regolamento prevede che questi controlli debbano scattare entro e non oltre i 4 mesi dalla scadenza di presentazione o dalla data di trasmissione nel caso in cui questa sia successiva. I rimborsi resteranno "congelati" fino a conclusione delle verifiche: qualora non ci siano problemi, il credito a conguaglio viene erogato entro 6 mesi dalla scadenza, in caso contrario tale rimborso potrebbe essere ridotto o addirittura annullato.
Quando si può parlare di incongruenze tali da attirare l'attenzione del Fisco? Gli elementi sono:
- lo scostamento dai dati risultanti nei modelli di versamento F24;
- le differenze con le certificazioni uniche e le dichiarazioni dell'anno precedente;
- la rilevazione di elementi di incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche;
- la presenza di situazioni di rischio rilevabili sulla base di irregolarità certificate negli anni precedenti.
Lo stop può verificarsi anche in presenza di una cartella esattoriale non rateizzata: in questo caso il rimborso viene trattenuto dall'Agenzia delle entrate a compensazione dei debiti maturati dal contribuente.
Qualora individui tali incongruenze, l'Agenzia delle Entrate può chiedere l'invio di ulteriore documentazione, per cui il rimborso potrà ricevere il via libera eventualmente solo dopo queste verifiche.
La comunicazione dei controlli arriverà direttamente nell'area riservata del contribuente sul sito dell'AdE o sulla mail nel caso in cui sia stato lui stesso a provvedere all'invio, in caso contrario sarà il sostituto d'imposta a ricevere la segnalazione e a informare successivamente il proprio cliente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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