
Il campo delle truffe si è ormai allargato a dismisura, e sono sempre più numerose e insidiose le forme di raggiro messe in atto con l'obiettivo di raggranellare anche poche decine di euro per volta con delle frodi mordi e fuggi che possono essere ripetute anche a breve distanza l'una dall'altra con diverse vittime.
Con la grande diffusione delle compravendite online, poi, le possibilità si ampliano in modo considerevole, e rientra in questo campo anche l'esempio di una nuova truffa segnalata da Carfax, azienda che si occupa principalmente di fornire, via Internet, dati sulla storia dei veicoli usati a clienti privati e aziende. Le vittime in questo caso sono proprio ignari venditori privati che hanno pubblicato in rete il loro annuncio su una delle numerose piattaforme a disposizione.
Il truffatore di turno contatta l'inserzionista, tramite il portale o attraverso messaggi telefonici o email, mostrandosi particolarmente interessato all'acquisto dell'auto. Non solo: a convincere il venditore di trovarsi dinanzi a un buon affare c'è anche l'atteggiamento dell'interlocutore, intenzionato a pagare il prezzo indicato nell'inserzione senza trattare per ottenere il benché minimo sconto. C'è solo una condizione da rispettare per chiudere la trattativa con esito positivo, l'inserzionista deve obbligatoriamente fornire un report dettagliato sulla storia del veicolo. Ma non è sufficiente appoggiarsi a una delle tante aziende che si occupano del settore: il potenziale cliente fornisce infatti il link a un portale di cui si fida ciecamente, sostenendo che solo il venditore può richiedere questo resoconto.
Ben disposto nei confronti dell'acquirente, che non ha fatto storie sul prezzo del mezzo, il venditore acconsente, con la speranza di chiudere la trattativa il prima possibile. Cliccato sul link ricevuto via messaggio o via mail, quest'ultimo sborsa dai 20 ai 60 euro, ottenendo un documento falso: inutile dire che l'epilogo è la sparizione improvvisa del truffatore, che ormai ha ottenuto ciò a cui puntava fin dall'inizio.
Come detto, si tratta di una frode che non porta enormi guadagni per ciascuna transazione, ma lo scopo è quello di ripetere più e più volte il raggiro, mettendo così insieme cifre ragguardevoli. Il truffato, che ha perso poche decine di euro, generalmente non denuncia proprio per il piccolo ammanco, mentre nel frattempo l'autore del raggiro sta già puntando la prossima vittima.
Stando a quanto riferito da Carfax, la frode inizia a diffondersi a macchia d'olio in Italia ed è già consolidata anche in altri Paesi dell'Unione Europea oltre che negli States e in Australia.
Dietro la creazione di questi portali fraudolenti, che in genere hanno vita breve prima di venire eliminati per ricrearne di nuovi, ci sarebbero principalmente cybercriminali del Pakistan e dell'Est Europa, specie Bulgaria, Romania e Lituania.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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