Crisi demografica, solo 379mila nati nel 2023. Giorgetti: "L'Ue se ne occupi"

La Commissione europea dovrà mettere in agenda il tema del calo demografico con nuove riflessioni e proposte: è quanto ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, all'Ecofin di Budapest

Crisi demografica, solo 379mila nati nel 2023. Giorgetti: "L'Ue se ne occupi"
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Il problema che riguarda ormai da anni il calo demografico non soltanto in Italia ma anche in numerosi Paesi dell'Ue non va sottovalutato e sono necessari interventi per invertire la rotta: è questo il senso delle parole che il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha pronunciato all'Ecofin (Consiglio di economia e finanza dell'Unione europea) iniziato a Budapest.

Le parole di Giorgetti

"È importante che l'emergenza demografica diventi argomento nell'agenda europea. Come Italia sosteniamo questa iniziativa. L'auspicio è che il dibattito di oggi non si esaurisca con la denuncia di una condizione comune a molti paesi, compresa l'Italia, ma diventi oggetto di riflessioni e proposte della commissione", ha dichiarato il ministro nel giorno dei lavori in cui si discute della demografia e delle dirette conseguenze sulla sostenibilità economica e sociale dei Paesi europei. "Prudentemente la commissione in questi anni non si è mai occupata di dare raccomandazioni su un tema ritenuto delicato - ha aggiunto Giorgetti -, ma è anche vero che il Piano nazionale di ripresa e resilienza affronta diversi aspetti non secondari, come la necessità di implementare gli asili nido per rendere possibile la coesistenza della maternità con la partecipazione al lavoro".

I numeri del calo demografico

La crisi delle nascite è confermata dai numeri sempre aggiornati dell'Istat: nel 2023 i nati in Italia sono stati soltanto 379mila con un -3,6% rispetto al 2022 e le stime per il 2024, se possibili, sono ancora peggiori con stime che non vanno oltre 374mila nuove vite, quindi ancora meno del 2023. Nel nostro Paese aumenta anche l'età media del primo figlio che arriva quasi a 32 anni, due in più rispetto alla media europea e fa sensazione anche il numero medio dei figli per ogni donna arrivato a 1,20 (la media Ue è di 1.46) che tocca quasi il minimo storico di 1,19 raggiunto nel 1995.

Le ripercussioni della natalità

Giorgetti ha ricordato che la demografia "ha implicazioni su moltissimi aspetti comprese produttività e crescita: quando parliamo della competitività del sistema europeo inevitabilmente dobbiamo anche ricordare che le corti giovani sono più produttive e tendono a essere più ricettive delle trasformazioni dei cambiamenti". L'attuale situazione è considerata con il termine di "inverno demografico" da parte di Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e organizzatore degli Stati generali della Natalità ma non c'è nemmeno da parlare di visione apocalittica.

Lo stesso ministro Giorgetti, al Foglio, ha spiegato nei giorni scorsi che il governo è attivamente a lavoro sulla natalità sin dal primo giorno del governo Meloni considerata una "priorità assoluta": non mancano i bonus e gli incentivi ma il ministro ha ipotizzato anche tasse più soft per chi ha dei figli.

"La denatalità non è un problema sociale ma un dramma economico: un’emergenza sociale che mette a rischio il sistema sociale, a partire dalle pensioni", stimando in circa sei miliardi di euro la cifra che potrebbe essere stanziata per la detassazione.

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