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Italiani pronti per le ferie, ma l’inflazione accorcia le vacanze

I dati dell'Osservatorio Findomestic: cresce la voglia di vacanze e di viaggi, ma l'aumento dei prezzi spinge le famiglie italiane a ridurre al minimo la durata dei soggiorni in hotel

Italiani pronti per le ferie, ma l’inflazione accorcia le vacanze

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Estate: italiani tutti in ferie, ma con l’inflazione le vacanze si accorciano

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Giocano d’anticipo sulle vacanze estive, tanto che il 60% le aveva già prenotate a maggio. Riscoprono la voglia di viaggiare all’estero dopo gli anni del Covid e delle restrizioni, tanto che è raddoppiata la percentuale (dal 3 al 6%) di chi ha scelto destinazioni extra-Ue ed è cresciuta del 7% la quota di chi andrà in Paesi europei (25%). Ma, di fronte all’effetto dell’inflazione e al forte incremento dei prezzi di aerei, hotel e treni, si accontentano di una, massimo due, settimane di vacanza in appartamento o in albergo, puntando poi sull’ospitalità di amici e parenti per altre rapide gite al mare, al lago o in montagna.

È questo il quadro dell’estate delle famiglie italiane osservata attraverso la lente dell’Osservatorio mensile di Findomestic (realizzato in collaborazione con Eumetra), che a giugno ha analizzato in che modo i nostri connazionali affronteranno i mesi estivi. Quello che emerge è il ritratto di un Paese nel quale, finito l’effetto della pandemia, la ritrovata voglia di vacanze si scontra con l’aumenti dei prezzi, tanto che il 41% dei vacanzieri spenderà molto (7%) o qualcosa (34%) in più rispetto all’anno scorso per le proprie ferie estive.

Il 12% delle famiglie non andrà in vacanza

Se la percentuale di chi rinuncerà alle vacanze per ragioni economiche è in linea con quella registrata lo scorso anno, ferma al 12%, aumentano i viaggiatori diretti all’estero. Per chi rimarrà entro i confini nazionali, circa tre italiani su quattro, i maggiori aumenti di prezzo riguarderanno l’alloggio, i ristoranti e i bar, i cui rincari sono evidenti per il 66% delle famiglie.

Non solo. “Quasi 8 italiani su 10 continuano a percepire prezzi in crescita”, spiega Gilles Zeitoun, “amministratore delegato e direttore generale Findomestic. “Soprattutto per i generi alimentari, indicati dal 92% degli intervistati come la categoria maggiormente interessata dai rincari, ancor più di elettricità e gas ( 70%)”.

La spesa media? 1.560 euro

La spesa media dichiarata per una vacanza è di 1.560 euro, con una forbice che va dai 1.250 per un single ai 1.850 per una famiglia di 4 persone. Abbastanza da contribuire a scoraggiare la voglia di acquisti degli italiani. A fine maggio si conferma infatti il calo (-8,4%) delle intenzioni di acquisto già registrato a partire dal mese di aprile.

Esaurito l’effetto “Superbonus”, crolla la propensione all’acquisto di impianti fotovoltaici/termici (-25%), pompe di calore (-23%), caldaie a condensazione o biomassa (-21,4%) e impianti di isolamento termico (-17,8%). Limita un po’ più i danni il segmento degli infissi, comunque in negativo con un -4,9%.

Inflazione: crolla anche la voglia di fare acquisti

In calo anche la voglia di acquisti di beni per la casa: -17,9% per i grandi elettrodomestici, -15,4% per i piccoli, -4,9% per le TV e -4,6% per i mobili. Il comparto veicoli si divide, invece, tra il segmento dell’auto usata, che vede intenzioni d’acquisto in crescita del 3,5% e l’auto nuova, in calo del 13,6%.

“L’inflazione resta la prima preoccupazione degli italiani, seguita da quella per il progressivo calo del potere d’acquisto e dal timore per gli effetti del cambiamento climatico (38%), anche a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna”, prosegue Zeitoun. “In questo contesto, le famiglie lamentano una situazione economica abbastanza (34%) o molto (9%) problematica e progettano meno acquisti per il futuro”.

Più chiaro di così.

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