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Carburante giù del 40% ma è boom del prezzi: cosa ha scatenato il caro-voli

Tariffe aeree mai così alte come in questo 2023: il caro-voli colpisce qualsiasi compagnia e non sembrano profilarsi misure adeguate per fermare questi aumenti

Carburante giù del 40% ma è boom del prezzi: cosa ha scatenato il caro-voli

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Carburante giù del 40% ma è boom del prezzi: cosa ha scatenato il caro-voli

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Se è vero che negli anni della pandemia uno dei settori maggiormente bersagliati dalle perdite è stato quello turistico e delle compagnie aeree, pur essendo ormai tornati da oltre un anno alla piena normalità i profitti non si arrestano con i prezzi dei voli che, soprattutto nel 2023, sono alle stelle come non mai. Insomma, il recupero procede con gli interessi: come abbiamo visto sul Giornale.it, quest'estate la forbice tra domanda e offerta è molto più ampia che in passato e i famosi voli low cost adesso sono diventati "high cost".

"Pagano qualsiasi prezzo..."

Oltre ai numeri che adesso andremo a sviscerare, l'ammissione sul caro-voli arriva direttamente dall'amministratore delegato di una delle compagnie aeree più importanti e grosse che, al Corriere della Sera, ha ammesso testualmente che "in questo periodo stiamo guadagnando cifre incredibili, nessuno escluso, e con tariffe ai massimi storici". Nonostante ciò, chi ha la disponibilità economica acquista lo stesso biglietti a cifre maggiorate pur di concedersi un periodo di meritato riposto come sottolinea lo stesso ad. "Le persone stanno pagando qualsiasi prezzo e non riusciamo ancora a capire quando smetteranno di farlo, ma prima o poi succederà". La sua compagnia, in una sola settimana (12-18) giugno ha guadagnato oltre 12 miliardi di euro con ricavi folli di 1,2 milioni al minuto.

Le differenze con il 2022

Visto che la matematica non è mai stata un'opinione, rispetto a 365 giorni fa le tariffe medie dei voli nazionali e verso l'Europa sono aumentate del 47,5% con lo scorso mese che ha chiuso con +52% come ha analizzato il quotidiano. Il paradosso è anche un altro: proprio in questo periodo, il cherosene necessario per far volare gli aerei è sceso ai minimi da gennaio (-40%), quindi la scusa che il carburante costa troppo non regge nemmeno un po'. Ormai l'estate è iniziata ma ci aspettano due mesi pieni, luglio e agosto, con il caro-voli che sembra rimanere congelato (nonostante le temperature) com'è adesso: tariffe del +50%, una via di mezzo tra le due percentuali appena descritte.

La protesta delle associazioni

È chiaro che le associazioni di categoria sono sul piede di guerra come Airports Council International Europe (Consiglio degli Aeroporti Internazionali in Europa) come ha dichiarato al Corriere lo stesso direttore generale, Olivier Jankovec. "Mi lascia perplesso questo rialzo, mi meraviglio che nessuno stia intervenendo per tutelare l’interesse pubblico", sottolineando che va fatto subito un adeguato monitoraggio dei biglietti perché "è evidente che c’è un aumento che va al di là dei costi sostenuti dai vettori, le tariffe sono 6 volte il tasso d’inflazione, come è possibile?".

La difesa delle compagnie

Dal canto loro, le maggiori compagnie aeree (da Ryanair a Lufthansa, da British a Air France) tutte riunite sotto il tetto di Airlines for Europe, hanno replicato sostenendo che "proprio la competizione tra vettori ha contribuito a tenere basse le tariffe e ha consentito a milioni di europei di viaggiare a cifre convenienti". È chiaro che si tratti di un'evidente bugia se si sostiene che le tariffe siano basse e convenienti: la "scusa" più utilizzata è che oggi si viaggia sull'onda lunga dei prezzi del carburante acquistato un anno fa, ecco dove si rifletterebbero gli aumenti dei biglietti.

La proposta

Il presidente dell'Enac, Pierluigi Di Palma, ha spiegato che il caro-prezzi sarebbe ancora figlio dei due anni pandemici in cui i fatturati sono crollati e le compagnie cercano di far rientrare quelle perdite. Pur ammettendo, quindi, un problema relativo ai costi ha spiegato che le tariffe aumentano troppo man mano che ci si avvicina alla data di partenza. Allo stato attuale, quindi, quale sarebbe la strada maggiormente percorribile? "Si potrebbe ridurre il range tariffario, limitando la tariffa massima, ma allo stesso tempo alzando quella minima", ha proposto Di Palma. "Come Enac possiamo fare poco se non sulle questioni che riguardano la sicurezza.

Le pratiche commerciali in Europa non sono regolamentate, bisogna che si apra un’indagine per il sospetto di collusione tra vettori perché possano intervenire autorità come l’Antitrust nazionale o europeo".

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