
Se fino a poco tempo fa le principali preoccupazioni degli automobilisti italiani per evitare multe erano quelle di limitare la velocità a seconda della strada percorsa o delle indicazioni da parte dei cartelli stradali oppure di prestare grande attenzione ai semafori rossi, da ora in poi bisognerà essere particolarmente cauti anche nell'effettuare sorpassi laddove ciò non è consentito: il nuovo autovelox SV3, il primo ad occuparsi di questo genere di infrazioni, è stato ideato proprio per scoraggiare manovre azzardate e porre un freno a una delle cause più comuni di incidenti urbani.
Appurato il fatto che questo tipo di illecito è una delle principali motivazioni alla base dei sinistri che si verificano in città, specie in strade molto trafficate e spesso e volentieri ai danni di pedoni, biciclette, motocicli o veicoli leggeri, resta da comprendere come operano questi nuovi dispositivi elettronici, che proprio per l'ambito in cui operano sono stati ribattezzati anche con il nome di "sorpassometri". La speranza è che la consapevolezza dell'esistenza di questo nuovo genere di autovelox possa disincentivare gli automobilisti a compiere sorpassi azzardati anche in situazioni in cui, per quanto vietati, possono apparire non così tanto pericolosi.
I sistemi SV3, già in funzione in Italia, uno dei primi Paesi ad adottarli, possono essere installati solo in zone con un elevato tasso di incidenti e previa autorizzazione del Prefetto: solitamente si prediligono tratti stradali contraddistinti da scarsa visibilità, non solo in prossimità di una curva ma anche in rettilineo. Comunque sia il cittadino può in ogni momento verificare la liceità dalla collocazione di questi apparecchi esaminando la documentazione pubblicata nei decreti prefettizi che accompagnano tale installazione.
Il sorpassometro è un sistema estremamente preciso e sofisticato, per cui difficilmente contestabile: esso si basa sull'integrazione tra due tipologie di dispositivi, ovvero un rilevatore basato su sensori collocati nel manto stradale e videocamere ad alta definizione, grazie alle quali l'infrazione viene registrata e quindi trasmessa via telematica alle autorità.
La clip, ad esempio, può scattare quando il sensore registra il superamento di una linea continua: a quel punto i sistemi ottici acquisiscono i dati della vettura "incriminata", producendo brevi video della durata di 15 secondi in cui l'infrazione viene immortalata. Il comando della stradale riceve il materiale e, dopo la valutazione da parte dell'addetto, se tutto è a posto, scatta la sanzione.
Si va in genere da un minimo di 42 a un massimo di 666 euro, ma si può salire fino a 1.300 qualora si rilevi ad esempio una guida contromano.Esattamente come accade per gli autovelox, la multa può essere contestata entro 30 giorni al Giudice di Pace o entro 60 al Prefetto.