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Permessi non goduti, arriva il rimborso in busta paga: cosa sapere

Il trattamento dei permessi non sfruttati entro l'anno varia a seconda del contratto collettivo nazionale di riferimento

Permessi non goduti, arriva il rimborso in busta paga: cosa sapere

In arrivo nel 2023 per alcune categorie di dipendenti la retribuzione in busta paga dei permessi non goduti nell'anno che si sta concludendo: il riferimento è al Rol (riduzione orario di lavoro), aspetto contrattuale che consente al lavoratore di astenersi dalla prestazione lavorativa senza, per questo, vedere modificata la propria retribuzione.

La principale differenza tra tale tipologia di permesso e le ferie è in sostanza che essa prevede la possibilità di monetizzazione anche in corso di rapporto. È lo stesso dipendente ad avere facoltà di scegliere se fruire dei permessi maturati nel corso dei 12 mesi o se farseli pagare. Il periodo di maturazione è ovviamente quello compreso tra 1° gennaio e 31 dicembre, per cui ci si avvicina agli ultimi giorni disponibili per scegliere se fruire del permesso o pensare al pagamento delle ore non godute.

Quando arriva il pagamento?

Non esiste una norma in tal senso che accomuni tutti i lavoratori, dato che le regole sono stabilite all'interno di ogni singolo contratto collettivo nazionale. Alcuni, ad esempio, prevedono il pagamento dei permessi non goduti già dal mese di gennaio, quindi subito dopo la scadenza, altri, invece, concedono ai dipendenti un ulteriore proroga per scegliere se beneficiare o meno delle ore non sfruttate l'anno precedente.

Cosa accade in busta paga

Per quanto concerne, ad esempio, il Ccnl Commercio, viene concesso al datore i lavoro un maggiore spazio di manovra per quanto concerne i permessi: esso può decidere se saldare quelli non goduti subito dopo il 31 dicembre oppure se permettere ai suoi dipendenti di beneficiare delle ore accumulate anche l'anno successivo, entro e non oltre il 30 giugno. Nel primo caso il pagamento in busta paga avviene con lo stipendio di gennaio, nel secondo a luglio.

Per i Metalmeccanici la forbice è ancora più ampia. I permessi non fruiti entro il 31 dicembre confluiscono in una sorta di banca dati del lavoratore: da qui, esso potrà attingere le ore di permesso non godute per un periodo massimo di 24 mesi. Nel caso in cui si superino i due anni tutti i permessi presenti nella banca dati andranno liquidati in busta paga: chi si trova in questa condizione contrattuale, quindi, vedrà accreditarsi nello stipendio di gennaio i permessi non goduti fino al 31 dicembre 2020.

Il Ccnl Metalmeccanici-Artigianato è più rigido: i permessi non goduti entro l'anno andranno pagati nel compenso relativo a gennaio dell'anno successivo, subito dopo la scadenza. Entro il 31 gennaio vanno pagati i permessi non fruiti anche per i contratti nazionali di Estetisti, Servizi di pulizia (artigianato), Lavanderie (artigianato), Oreficeria (artigianato), Alimentari (artigianato), Abbigliamento (artigianato), Barbieri e Parrucchieri.

Turismo, Pubblici esercizi, Autotrasporti ed Edilizia dovranno aspettare fino alla primavera del 2023 mentre, caso unico, Agenzie di Assicurazione (Unapass/Anapa) non permette nè di monetizzare i permessi non goduti nè eventualmente di accumularli per l'anno successivo.

A quanto ammonta il pagamento

Trattandosi, come spiegato in precedenza, di Rol, si parla di retribuzioni al 100%: il lavoratore avrà quindi diritto a vedere riconosciute appieno le ore di permesso, esattamente come se si trattasse di ore lavorative da aggiungere alla busta paga in cui verranno liquidate.

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