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Città italiane, ecco la classifica dove si vive meglio

Trento è la città migliore per la categoria anziani e speranza di vita. I giovani risultano spesso svantaggiati in diverse località

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Bambini, giovani e anziani sono i protagonisti dell’indagine. La città di Trento è al primo posto per quanto riguarda gli investimenti sull’assistenza domiciliare agli over 65. I dati emergono dal report dedicato alla "Qualità della vita" realizzato dal Sole 24 Ore presentato in anteprima al Festival dell'Economia di Trento.

I trend principali

Dall’analisi emergono aspetti economici e demografici che rappresentano il Paese. Nello specifico, i canoni di locazione sono in crescita mentre la disoccupazione giovanile si attesta al 20%. Inoltre, il tasso dei Neet (Not in Education, Employment or Training) è in discesa del 17%. Si tratta di giovani, i quali hanno tra i 15 e i 29 anni, che non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione.

Le città migliori

Il report è basato su fasce d’età strategiche per lo sviluppo della società. Il luogo in cui i bambini vivono meglio è Siena. Ravenna, invece, si posiziona al primo posto per quanto riguarda la qualità di vita dei giovani e Trento è al top per la categoria anziani. Il capoluogo trentino offre una miglior speranza di vita agli over 65.

Largo ai giovani

L’indicatore fondamentale riguarda i giovani che, secondo il report, sono l’unica categoria in grado di contribuire alla crescita a livello nazionale. Duemila ragazzi tra i 18 e i 29 anni hanno risposto ad un sondaggio finalizzato ad individuare le loro aspettative e le differenti criticità riscontrate. Il risultato descrive una realtà italiana che registra un blocco per i giovani in ambito lavorativo e familiare. Infatti, più del 55% dei partecipanti conferma la volontà di avere un figlio ma spesso questo non accade in quanto sussistono le condizioni. Il Presidente del Forum nazionale delle Associazioni familiari Adriano Bordignon ha spiegato che questi dati sono dovuti al fatto che i ragazzi non hanno certezze e dalla politica vorrebbero più prospettive per essere il prima possibile indipendenti.

La necessità di politiche lungimiranti

Alessandro Rosina, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in merito ai dati presentati ha detto: “Per valutare lo stato di benessere del Paese non basta un unico indicatore, il PIL, legato all’andamento economico, ma una rete di indicatori tra cui la demografia, l’educazione, l’occupazione”. Secondo Rosina i giovani sono fondamentali per rafforzare il territorio e, per questa ragione, è molto importante stimolare il mercato del lavoro.

Il docente sostiene che la povertà economica sia legata a quella produttiva.

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