Con il passaggio dalla TV tradizionale alla visione on demand, le piattaforme di streaming sono diventate parte della quotidianità. Ma se un tempo abbonarsi a Netflix o Prime Video sembrava un piccolo lusso accessibile, oggi i rincari diffusi stanno trasformando questa abitudine in una vera e propria voce di bilancio. Ecco come risparmiare
La spesa
Secondo uno studio di Bango pubblicato nel 2024, gli italiani spendono in media circa 600 euro all’anno in abbonamenti digitali, comprendendo streaming, musica e altri servizi, e quasi la metà (48%) ha cancellato almeno un servizio per via dei continui aumenti di prezzo. Un segnale chiaro: la “subscription economy” è entrata stabilmente nei bilanci delle famiglie italiane, ma inizia anche a pesare.
Netflix e il nuovo modello “con pubblicità”
Il caso più evidente è quello di Netflix, che negli ultimi mesi ha ritoccato i listini in diversi Paesi europei. In Spagna, per esempio, il piano “Standard con pubblicità” è salito da 5,49 € a 6,99 €, mentre il piano Premium in 4K è passato da 17,99 € a 19,99 € al mese. Una strategia confermata anche da un’analisi di PPC Land, secondo cui la piattaforma sta riducendo la distanza di prezzo tra i piani con e senza pubblicità per spingere gli utenti verso la versione “ad-supported” più redditizia (ppc.land).
In Italia, sebbene non tutti gli aumenti siano stati ufficializzati, le tariffe attuali oscillano tra 6,99 € per il piano con pubblicità e 19,99 € per il Premium, a cui si aggiungono 4,99 € per ogni utente extra.
Disney+, Prime Video e altre piattaforme
Anche Disney+ ha introdotto aumenti e piani differenziati. Oggi l’abbonamento mensile parte da 5,99 € con pubblicità, arriva a 10,99 € per la versione senza interruzioni e a 15,99 € per il piano Premium 4K HDR. L’abbonamento annuale, proposto a 109,90 €, permette di risparmiare fino al 17% rispetto ai pagamenti mensili, ma il costo totale resta superiore a quello di appena due anni fa, quando bastavano 89,90 € per dodici mesi. Anche Amazon Prime Video non è rimasto immune: dal 2023 l’abbonamento Prime è salito da 3,99 € a 4,99 € al mese, o da 36 € a 49,90 € all’anno, con un ulteriore sovrapprezzo di 1,99 € al mese per eliminare la pubblicità. In questo caso, il vantaggio rimane nell’ecosistema: spedizioni gratuite, musica, libri e altri servizi compensano parzialmente l’aumento. Persino Apple TV+, storicamente stabile, ha annunciato un incremento del 30% nel 2025 in diversi mercati internazionali, portando il prezzo medio da 6,99 € a 9,99 € al mese (TV Line, agosto 2025). Una mossa che conferma la tendenza di tutto il comparto streaming: puntare su produzioni originali di alto profilo, ma a fronte di tariffe sempre più elevate.
L’effetto “bolletta digitale”
Il risultato è che oggi, abbonandosi alle cinque principali piattaforme, Netflix, Prime Video, Disney+, Apple TV+ e Paramount+, si arriva facilmente a superare i 50 euro al mese, l’equivalente di oltre 600 euro l’anno. È la nuova “bolletta digitale” dell’intrattenimento domestico, cresciuta a doppia cifra in meno di tre anni. Un report pubblicato da Advanced Television a inizio 2025 evidenzia come in Italia i ricavi dallo streaming siano aumentati del 14% rispetto al 2023, segno che il mercato non solo resiste, ma cresce di pari passo ai prezzi.
Come risparmiare senza rinunciare ai contenuti
La soluzione, però, non è rinunciare, ma pianificare. La prima regola è evitare l’attivazione contemporanea di più abbonamenti: alternare i servizi in base ai periodi e ai contenuti consente di ridurre le spese fino al 40% l’anno. Un’altra strategia è approfittare dei piani annuali o delle offerte bundle con operatori telefonici o televisivi, che spesso includono l’accesso gratuito a una o più piattaforme.
Per chi non è infastidito dagli spot, i piani con pubblicità sono un compromesso efficace: fanno risparmiare fino a 7 euro al mese rispetto alle versioni senza interruzioni. Infine, la condivisione legale degli account all’interno dello stesso nucleo familiare resta il modo più immediato per ammortizzare i costi, anche se le restrizioni sono sempre più rigide.