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La City perde il suo fascino e fa paura ai giovani

LondraMa ve li ricordate i tempi in cui il sogno e il premio più ambito per gli studenti migliori era uno stage nella City? Se sì, sappiate allora che le menti più brillanti dei più importanti atenei britannici hanno ormai voltato le spalle alla golosa prospettiva di una carriera nell’alta finanza. Colpa della crisi mondiale, spiegano gli esperti, che ha fatto precipitare un’occupazione nel settore in fondo alla classifica dei lavori più appetibili. I più giovani hanno risentito del clima d’incertezza provocato dai tracolli degli ultimi mesi e dopo anni di carrierismo rampante e smodato sembra essere tornato il momento di scegliere un lavoro più sicuro anche se meno pagato, come l’insegnante, l’avvocato o il tecnico informatico.
In quella cool Britannia tanto amata da Tony Blair e compagni, la ricerca del posto «fisso» sembra quasi una bestemmia. Eppure i dati pubblicati ieri dall’Independent parlano chiaro. Sono sempre meno gli studenti che partecipano alle tradizionali «fiere del lavoro» organizzate dal settore finanziario e bancario per aiutare i ragazzi a scegliere l’occupazione più adatta alla loro preparazione. Jonathan Black, responsabile dei servizi di avvio alla carriera dell’università di Oxford, ha parlato di un calo di presenze del 15%. A Cambridge le cose non vanno meglio: la diminuzione si attesta intorno al 14%.
I ragazzi sono rimasti traumatizzati dagli eventi degli ultimi mesi, che continuano a ripercuotersi in modo drammatico sulla Gran Bretagna. Ogni giorno nuove aziende tagliano posti di lavoro mentre grandi catene commerciali finiscono in amministrazione controllata e sono costrette a chiudere travolte dai debiti. Abbastanza comprensibile quindi che gli studenti siano diventati «sospettosi», come ha spiegato Gordon Chesterman, capo del «career service» di Cambridge. «Quando sono tornati a ottobre - ha detto - hanno sentito storie terribili dai loro amici che hanno fatto stage nel settore, al termine dei quali non c’è stata alcuna offerta di lavoro. Poi hanno letto i giornali che prevedevano un taglio di 120mila posti nel comparto». Molto meglio allora ritagliarsi un posticino negli anfratti più tranquilli dell’insegnamento o tentare la carriera legale. Teach First, agenzia che recluta gli studenti migliori per mandarli a lavorare nelle scuole «difficili» ha ricevuto duemila domande per 450 posti disponibili e una cattedra per insegnare matematica in una scuola privata londinese è stata oggetto di 154 domande, contro le 75 dell’anno scorso. Evidentemente i giovani cominciano a preferire la sicurezza delle 20mila sterline annue di un maestro alle 45mila promesse dal settore bancario che sta lasciando per strada migliaia di dipendenti. E poi, sorpresa, nella crisi si scopre che per essere felici è necessario che il proprio lavoro non risponda soltanto alla logica del profitto ma che piaccia almeno un po’.

E molti studenti hanno rivelato che scegliere l’insegnamento è stata la mossa più azzeccata della loro vita.

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