LondraIl sogno chiamato De Rossi, le apprensioni per una rosa decimata da infortuni e Coppa dAfrica, il rebus Tevez, la paura di vincere. Condannato a vivere ansiosamente, anche quando si trova primo in classifica, con tre punti di vantaggio sullaltro Manchester. Neppure i tre gol al Liverpool che hanno cancellato la flessione di Capodanno sono bastati a restituire il sorriso a Mancini. Troppo ingombranti i pensieri di un tecnico che vede il bicchiere ostinatamente mezzo vuoto. Non per cronica insoddisfazione, piuttosto per ricerca della perfezione.
Al giro di boa della Premier League i numeri del City legittimano il primato: 48 punti, 56 gol allattivo (quasi 3 a partita). La sonora sconfitta dello United col Newcastle gli hanno restituito tre punti di vantaggio. Ma a tre giorni dallennesima sfida contro il Manchester United -principale avversario in campionato ma domenica si gioca per la Coppa dInghilterra - Mancini sceglie la linea della sobrietà. La scaramanzia gli suggerisce di dimenticare lultimo confronto, stravinto dai suoi all'Old Trafford (1-6). Preferendo nascondersi tra sussurri di mercato e dubbi da favorito. Perché in Inghilterra, non solo a Manchester, la stragrande maggioranza punta ormai sul City per il titolo.
Un pronostico che però spegne il sorriso sulla bocca del tecnico di Jesi. «Noi non siamo abituati a vincere e ho paura che prima o poi pagheremo questa inesperienza. Temo quello che nel tennis viene chiamato il "braccetto". Non ho mai pensato che fossimo imbattibili perché le grandi squadre sanno che dopo cinque successi di fila, la sesta partita è la più difficile. Noi non abbiamo ancora questa consapevolezza». Pagata a caro prezzo il primo dellanno, a Sunderland: partita stradominata e persa. La seconda sconfitta stagionale che ha fatto saltare il giorno extra di vacanze inizialmente concesso alla squadra. Troppo importante lappuntamento contro lo United. In attesa che arrivino rinforzi dal mercato invernale. «Ho perso i Tourè per un mese, e Balotelli è ancora infortunato (distorsione alla caviglia, ndr). Ho 17 giocatori a disposizione, dobbiamo rinforzare il centrocampo. De Rossi è un campione ma gioca per una grande squadra e non so se lascerà mai Roma. Se non arriva, troveremo unalternativa. Tevez? Entro la fine della settimana arriveremo ad una soluzione. Ci sono due o tre squadre italiane che lo vogliono, una francese, e un altra ancora. Spero che la situazione si risolva presto».
Non per scacciare i nuvoloni gravidi di preoccupazioni che incombono sul cielo sopra Mancini. Quelli resteranno comunque. Ma la querelle con largentino, vinta dal tecnico, ha rappresentato un segnale forte: il City studia da grande, chi sbaglia paga.
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