Citylife: via libera al progetto, fioccano i ricorsi

La variante è stata approvata dalla giunta: più verde e mezzi pubblici. Confermate altezza e forma dei grattacieli. I comitati vanno avanti con i ricorsi al Tar

Avanti col ricorso al Tar («a cui facciamo continue aggiunte»), presenteranno un esposto («perché abbiamo presentato osservazioni al progetto nei tempi previsti dalla legge senza ricevere risposta») e sono pronti a chiedere la sospensiva, bloccando i cantieri «quando chiederanno i permessi per costruire». Anche se ieri la giunta comunale ha approvato definitivamente la variante urbanistica al progetto Citylife, sulle ceneri della vecchia Fiera, il comitato dei residenti non demorde: «Siamo delusi - ammette Emanuela Carutti, una rappresentante -, diventerà uno scandalo urbanistico. Non risponde alle esigenze dei cittadini». Nel mirino c’è soprattutto il gruppo di edifici destinati ad alloggi residenziali in via Spinola e Senofonte, disegnato da Maggiora e definito dai residenti «un casermone». Anche se l’altezza è già stata ridimensionata. Soddisfatta invece la cordata di Citylife e il Comune. Con la decisione di ieri, afferma l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli, «si chiude l’iter amministrativo». E rimbalza le accuse dei residenti: «Il ruolo di regia svolto dal Comune è segno del nostro impegno nella condivisione coi cittadini». Rispetto al progetto originale, non cambia l’altezza né la forma dei tre grattacieli oggetto di tante polemiche. In corso d’opera invece potrebbe aumentare la quota di terziario destinata ad albergo invece che ad uffici. I progettisti pensano di fare un Combi-hotel nel grattacielo di Libeskind, con parte delle stanze in affitto e la possibilità di usare i servizi dell’hotel. Dalla prima stesura l’area verde è passata da 86mila a 100mila metri quadri e crescerà di altri 65mila quando Fiera Milano cederà al Comune un’area. L’arrivo della linea 5 del metrò ridurrà del 45% il traffico e «dagli iniziali 72mila metri quadri di parcheggio si è scesi a 27mila, per incentivare l’uso dei mezzi». L’obiettivo della cordata è finire entro il 2014: programma serrato, entro fine anno la richiesta dei permessi di costruzione per le tre torri (Libeskinz, Isozaki, Hadid), già da maggio ha ricontattato le oltre 1.400 persone che nel 2006 avevano manifestato interesse all’acquisto, per stabilire le tipologie più richieste. Il costo si aggira intorno a 7.500 euro al metro quadro. Se per Citylife, destinato a diventare il simbolo di Expo 2015, si fanno passi avanti, per il decreto del governo che definirà la governance della società che gestirà l’Esposizione bisogna attendere ancora una decina di giorni. Al contrario di Filippo Penati, il sindaco Letizia Moratti si dice «per niente preoccupata» del ritardo. E sgombra il campo dalla preoccupazione che la crisi delle banche faccia mancare risorse ad Expo: «I fondi sono già stati stanziati da qui al 2015.

Non c’è nessun problema per quel che riguarda le opere essenziali; per quelle connesse, anche il ministro Matteoli ha fatto dichiarazioni sulle nuove fonti di finanziamento che ha attivato, per esempio con la Bei, precisando che una parte andranno all’Expo». Entro 10 giorni, anticipa il governatore Roberto Formigoni «convocherò il primo tavolo Lombardia con le istituzioni collegate per l’esame delle infrastrutture».

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