CityLife, Ligresti interessato alla quota di Lamaro (Toti)

Colpo di scena nella trattativa per l’uscita da Citylife della Lamaro della famiglia Toti. Il gruppo Ligresti, secondo l’agenzia Radiocor, è rientrato in extremis nella partita dichiarando l’interesse a sottoscrivere, pro quota, il 20% dell’immobiliarista romano che sembrava ormai destinato a essere ripartito tra gli altri due soci, Generali e Allianz. Se il riassetto prendesse questa strada, le due compagnie assicurative e Ligresti arriverebbero a detenere il 33% a testa della holding a capo del cantiere dell’ex fiera. Oggi si è anche tenuto un cda di Citylife che ha approfondito le richieste di modifica del piano integrato di intervento.
L’obiettivo della società è ottenere una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso e, a questo proposito, ha chiesto all’amministrazione comunale di estendere la parte residenziale da una forchetta compresa tra il 30% e il 55% a una che va dal 30% al 70%, diminuendo così quella relativa ai servizi (da più parti indicata come la più critica nella vendita degli immobili). Il cda ha anche dibattuto su alcuni aspetti organizzativi e su quelli relativi al finanziamento.
Per tornare alla mossa di Ligresti, che detiene una quota del 26,6% del consorzio citylife, è arrivata in extremis quando sembrava ormai fatto un accordo che avrebbe visto Generali e Allianz rilevare il 20% del capitale in mano alla Lamaro. Se il riassetto avesse preso questa direzione, il Leone sarebbe salito dal 26,6% al 41,6% mentre Allianz sarebbe arrivata sempre dal 26,6%, al 31,6%. Una struttura azionaria che, anche alla luce di un eventuale patto di sindacato tra i due assicuratori, avrebbe indubbiamente messo in minoranza Ligresti. Di qui la decisione, maturata negli ultimi giorni, di entrare nella partita per la suddivisione della quota di Lamaro. Anche se alcuni osservatori interpretano la mossa di Ligresti come una strategia per spuntare un migliore prezzo nel caso di un’eventuale e successiva uscita dell’immobiliarista da Citylife.
Allo stesso tempo, anche il negoziato su Tre torri, il general contractor di Citylife, ha rallentato.

Sia sul fronte della vendita del 50% in mano a Toti (destinata a Impregilo) sia sull’eventuale decisione di Ligresti di alleggerire la partecipazione del 50% nel general contractor. Un’ipotesi, quest’ultima, mai ventilata ufficialmente dal gruppo ma più volte circolata in ambienti milanesi alla luce delle pressioni finanziarie sulla galassia Ligresti.

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