Francesco De Remigis
Civitanova Marche - Con meno di 38mila abitanti e due centri islamici già attivi nel cuore della città, Civitanova Marche (Macerata) è divenuta un punto di riferimento per l’islam organizzato. Ora ne sta sorgendo un terzo, decisamente più grande dei due precedenti, allestiti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro in corso Dalmazia e corso Garibaldi.
Gli uffici del Comune hanno rilasciato la concessione edilizia per la nuova moschea il 21 giugno scorso seguendo la via burocratica che precede l’approvazione di tutti i progetti. Ignorando che, così facendo, si stava candidando Civitanova a ospitare i fedeli provenienti da tutta la provincia di Macerata, e che si stava consegnando all’Ucoii una sorta di monopolio nella gestione dell’islam locale. La moschea, spiegano alcuni fedeli, sarà infatti affiliata all’associazione presieduta da Mohamed Nour Dachan.
I locali sono già in fase di costruzione. Sorgerà sulle ceneri dell’ex Casa del Popolo, nelle stanze del circolo Arci dove per decenni si sono riuniti gli anziani della cosiddetta «Piccola Russia», nel quartiere San Marone della città alta.
Al momento la moschea di San Marone è un luogo anonimo con quattro serrande abbassate su due diverse pareti. È contraddistinto soltanto dalla presenza di alcuni musulmani e di un imam che indossa la jillaba, l’abito tipico marocchino. L’ingresso provvisorio è stato aperto in via Virgilio, ma ce n’è un altro laterale. Lì i cittadini lamentano l’inadeguatezza della strada per un luogo di culto che avrà a disposizione 400 metri quadrati. «Nella zona ci sono soltanto pochi vicoli per i parcheggi, stretti e già occupati dalle automobili dei residenti», fanno notare gli abitanti del quartiere, che ora in via Virgilio si avvicinano quasi con timore.
I musulmani vorrebbero allargarsi su tutta la superficie del vecchio stabile, trasformando la nuova moschea in una delle più grandi del centro Italia. I pochi fedeli presenti dicono che sarà completata in autunno e a turno si stanno occupando della riorganizzazione dei locali. Parlano anche del futuro responsabile, Alì al Nasimi. Lo presentano come uno dei più profondi conoscitori del Corano. In realtà è un dentista noto in provincia perché opera in Italia sin dai primi anni Settanta muovendosi tra Jesi e Porto Sant’Elpidio. Nel circuito dell’islam militante è però molto conosciuto anche per la sua vicinanza a Mohamed Nour Dachan, presidente dell’Ucoii e siriano come lui. Ed è noto anche nel Centro culturale di Macerata, la struttura proprietaria e intestataria dello stabile di San Marone, a sua volta affiliata all’Ucoii.
Agli atti la nuova moschea sarà registrata come «Centro culturale islamico», come le altre gestite dall’Ucoii. Ma i fedeli che si radunano in via Virgilio spiegano che servirà anche al rilancio dell’associazione. Un motivo che sta facendo interrogare i cittadini sia sulla necessità effettiva di una terza moschea a Civitanova, sia sulle attività che si possono celare dietro la dicitura «Centro culturale». «Se l’amministrazione non deciderà di fare chiarezza sulla nuova maxi struttura, Civitanova diventerà un nuovo punto di riferimento per attività di cui ignoriamo quasi completamente l’entità», dice al Giornale un cronista locale che chiede di restare anonimo.
Anche fra i cittadini che frequentano la centralissima piazza XX Settembre la notizia di una nuova grande moschea suscita perplessità e la consapevolezza che si acuiranno i disagi alla viabilità già provocati dagli altri due centri islamici.
Altri si chiedono dove sia la necessità di un nuovo luogo di culto, dato il numero limitato dei musulmani in città, circa 2mila, tra cui donne e bimbi che non frequentano la moschea e molti non
praticanti. Le autorità di polizia intanto si preparano a vigilare nella città alta, nel quartiere San Marone, dove a pochi metri di distanza dalla nuova moschea si sta installando anche la nuova parrocchia di fedeli cristiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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