Lampedusa - E' ancora polemica sull'isola di Lampedusa. "L'unico problema
di Lampedusa è il sindaco. Ha solo paura di perdere il posto e
strumentalizza il disagio degli abitanti dell'isola". Hatagliato corto così , prima di partecipare ad un comizio nella piazza
del Municipio, la senatrice della Lega Angela Maraventano, ex
vicesindaco di Lampedusa.
Fischi per l'ex vice sindaco Accolta da un coro
di fischi dei cittadini presenti nella piazza del Municipio di
Lampedusa, la senatrice Maraventano, ha cominciato il suo comizio.
"Io non ho paura - ha detto - voi che siete stati istigati
dal sindaco, che siete un popolo pacifico. Continuo a sostenere
le ragioni del governo che risolverà il problema
dell'immigrazione".
Più volte Maraventano, in contrasto con l'amministrazione
comunale, che si oppone all'apertura di un centro di
identificazione ed espulsione nell'isola, è stata interrotta
dalle grida dei cittadini che le urlavano "Venduta, vattene".
La piazza è stata presidiata dai carabinieri che hanno scortato
l'ex vice sindaco fino al comune.
Calderoli: fare un porto franco Il ministro Calderoli dopo aver usato
il bastone nei confronti del sindaco di Lampedusa e anche della
cittadinanza che oggi ha manifestato contro l'esponente della
Lega Nord, Angela Maraventano, utilizza la carota degli aiuti
per un'isola che "vive un profondo disagio" fino ad annunciare
la possibilità di trasformarla in porto franco.
"Dobbiamo chiedere scusa per i disagi - dice Calderoli - ma
agiamo anche nell'interesse loro oltre che di tutta l'Italia per
fermare i nuovi arrivi".
"Dobbiamo dare - dice Calderoli - qualcosa in più a
Lampedusa e vedremo nel prossimo consiglio dei ministri.
Lampedusa vive una situazione di isolamento e i servizi devono
essere rafforzati".
"Inoltre visto che a Livigno è stato fatto un porto franco
- sottolinea Calderoli - credo che il porto franco possa essere
fatto anche a Lampedusa".
Berlusconi: "Non abbiamo la bacchetta magica" "Stiamo lavorando ma nessuno ha
la bacchetta magica". Lo dice il premier Silvio Berlusconi,
dopo l'emergenza immigrati di ieri a Lampedusa, a margine di un
comizio per il candidato del Pdl alle regionali Ugo Cappellacci,
a Sassari.
"Stiamo lavorando con i paesi dell'Africa mediterranea -
spiega il premier - per far sì che questo fenomeno possa
diminuire. Abbiamo in parlamento un accordo fatto con la Libia
che abbiamo tardato ad approvare, e dove c'é l'impegno del
presidente del Senato ad approvare entro il 31, in modo che la
Libia possa mettere in atto quelle misure di controllo delle
coste contenute nell'accordo".
"Ma finché l'accordo non esce come definitivo dal
parlamento - spiega ancora il premier - la Libia si ritiene come
non impegnata a promuovere quelle attività stabilite".
"Ci sono poi 1300 tunisini - aggiunge ancora Berlusconi -
che devono essere rimpatriati.
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