Pacchetto sicurezza, militari, ordinanze. Su tutti i fronti Milano oggi può produrre il suo sforzo massimo per garantire i cittadini. Il prefetto intanto, che promuove l’ordinanza comunale che vieta il consumo di alcol per gli under 16: «Penso che sia positivo». Poi lo stesso Gian Valerio Lombardi annuncia un vertice per la nuova collocazione - «anche in provincia di Monza» - dei soldati inviati dal governo per pattuglie miste con le forze dell’ordine.
E con il pacchetto sicurezza approvato ieri, cinquemila clandestini potranno essere espulsi da Milano. Il conto è presto fatto (dal Comune): tanti sono stati - l’anno scorso - gli ordini di espulsione rimasti «carta straccia» per la carenza di norme di legge capaci di supportare i rimpatri. «Chi entra irregolarmente nel nostro Paese - commenta il vicesindaco Riccardo De Corato - sarà multato e subito espulso. Troppo spesso invece arrivano extracomunitari senza documenti e permesso di soggiorno con a carico decreti di rimpatri, oltre a una sfilza di precedenti penali da rabbrividire, puntualmente ignorati. E finisce che ce li ritroviamo a zonzo per la città a commettere reati».
Nel 2008 solo la Polizia locale di Milano ha fotosegnalato 1.013 clandestini, arrestandone 90 perché non avevano osservato l’ordine del foglio di via. Secondo i dati della questura gli ordini di espulsione a irregolari lo scorso anno sono passati da 3.035 a 4.044. Ma i soggetti rimpatriati davvero sono stati 736. Uno su cinque. «Ora i clandestini avranno vita ancora più difficile sottolinea De Corato - E il giochetto di fornire false informazioni per ostacolare le pratiche di espulsione e ritornare uccel di bosco per decorrenza dei termini sarà poco allettante, visto che rischiano di stare nei Cie fino a sei mesi».
De Corato però chiede anche nuovi centri di identificazione ed espulsione al Nord. «Ci sono solo tre strutture, a Milano, Gorizia e Torino, che possono contenere circa 500 persone. Ma nella sola Lombardia i clandestini sono 150mila e Milano in via Corelli ne può ospitare solo 112. Serve almeno un Cie in ogni provincia, da 2-300 posti». De Corato pensa a una zona vicina all’aeroporto. «Si potrebbe individuare una zona a ridosso di Malpensa - dice - nella provincia del ministro dell’Interno, vicino a un grande aeroporto per agevolare le operazioni di rimpatrio. Riprendo un’idea del prefetto Lombardi. Fra l’altro l’area vicina a via Corelli oggi è fra le più tranquille, fra quelle periferiche».
Il pacchetto prevede poi il via libera alle cosiddette ronde. O meglio ai «volontari per la sicurezza», che peraltro Milano ha già sperimentato, con gli apripista, i City Angels. Solo nell’ultimo anno sono stati 3.
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