Clandestini, scontro tra l'Anm e Alfano

"Perplessità" dei magistrati sull’ipotesi di prevedere un’aggravante per chi si trova irregolarmente in Italia: "Nessun reale beneficio". La replica di Calderoli: "Non vogliamo ingolfare i tribunali, ma accelerare le espulsioni". Il Guardasigilli difende il pacchetto sicurezza

Clandestini, scontro tra l'Anm e Alfano

Roma - Introdurre il reato di immigrazione clandestina creerebbe "gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e per il sistema carcerario". Così come solleva "perplessità" l’ipotesi di prevedere un’aggravante per chi si trova irregolarmente in Italia. Non usa giri di parole il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, in un passaggio della relazione con la quale stamattina apre a Roma il 29esimo congresso del "sindacato delle toghe", per mettere in guardia dai rischi che la norma del pacchetto sicurezza creerebbe. Pronta la replica del Surdasigilli Angelino Alfano: "Il reato di immigrazione clandestina è presente in numerose legislazioni occidentali e non ha prodotto guasti".

Il parere dei magistrati Davanti al capo dello Stato Giorgio Napolitano, il leader dell’Anm indica le "perplessità" già espresse nell’incontro di una settimana fa con il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a proposito della norma più contestata del ddl approvato dal governo. "In particolare - spiega Palamara - nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali, sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorno centinaia di udienze di convalida dell’arresto e processi per direttissima. Tutto ciò - avverte - senza alcun reale beneficio in termini di effettività delle espulsioni del fenomeno dell’immigrazione clandestina". E "perplessità" il leader dell’Anm non nasconde anche sull’ipotesi dell’"aggravante comune legata alla condizione di irregolarità dello straniero sul territorio nazionale": se "non diversamente calibrata", sostiene Palamara, potrebbe determinare "un aumento della pena esclusivamente in ragione della condizione soggettiva del colpevole anche nei casi in cui non si ravvisi alcuna incidenza sul disvalore del fatto". Così si arriverebbe a "una eventuale incompatibilità con il prinicpio di uguaglianza".

La risposta di Alfano "Il reato di immigrazione clandestina - ha detto Alfano - è presente in numerose legislazioni occidentali e non ha prodotto guasti". Il Guardasigilli condivide il "principio" alla base dell’emendamento sulla prostituzione al pacchetto sicurezza. "Sul principio ci siamo, sulle modalità di applicazione le valuteremo", ha affermato facendo sapere che il governo presenterà "prima dell’estate delle norme che hanno l’obiettivo di accelerare la conclusione dei processi. Il centro della nostra battaglia sarà l’efficienza del sistema giustizia". Il ministro era in Lussemburgo per un incontro con i colleghi dell’Ue, nel quale è stato raggiunto un accordo per un approccio comune sul mutuo riconoscimento a livello europeo delle sentenze di processi celebrati in contumacia. Scopo della decisione quadro in discussione è quello di definire i criteri chiari e comuni sulla recepibilità e l’attuazione di sentenze adottate in assenza dell’imputato, rafforzando al tempo stesso le garanzie processuali a suo favore.

La replica di Calderoli Roberto Calderoli si dice favorevole a una pena pecuniaria e all’espulsione immediata per il reato di immigrazione clandestina, lasciando il giudizio a un giudice di pace. Spiega il ministro per la Semplificazione normativa: "Nessuno ha intenzione di introdurre il reato di immigrazione clandestina per ingolfare la macchina della giustizia e riempire le carceri nostrane: l’obiettivo dell’introduzione della nuova fattispecie di reato è quello di garantire l’espulsione certa e per direttissima dell’irregolare, cosa che oggi non avviene attraverso la via amministrativa". Dunque "personalmente ritengo che il reato debba esserci e che la condanna possa essere una pena pecuniaria con la pena accessoria dell’immediata espulsione, allineandoci in questo modo alla politica sul controllo dell’immigrazione attuata a livello europeo. Utilmente potrebbero operare per questa tipologia i giudici di pace, estendendo la sfera di competenza penale attuale relativa ai reati cosiddetti bagatellari anche al reato di immigrazione clandestina, questo porterebbe a evitare un ingolfamento dei tribunali penali, non ci sarebbe nessuna carcerazione di massa, ma si otterrebbe il raggiungimento dell’obiettivo dell’esplusione per direttissima, come auspicato dalla stragrande maggioranza dei nostri cittadini. Conclusione: reato di immigrazione clandestina uguale a nessuna paralisi dei tribunali, nessun sovraffollamento carcerario, ma certezza delle espulsioni immediate".

Il parere del Tribunale di Milano Pur giudicando irrilevante l’eccezione di costituzionalità dell’aggravante di aver commesso il reato in situazione di clandestinità, il giudice Oscar Magi del Tribunale di Milano ha definito "manifestamente irragionevole" la stessa nuova aggravante prevista dal Pacchetto Sicurezza. Nel processo a carico di un giovane cileno, accusato di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, il giudice ha fatto rilevare che il reato di cui era accusato il ragazzo di 18 anni era già ’aggravatò. Nulla quindi rilevava la nuova aggravante della clandestinità. Il processo si è concluso con il patteggiamento a sei mesi dell’immigrato e con la sua scarcerazione. Il giudice, pur non investendo della questione la Corte Costituzionale, ha ritenuto "fondata" l’eccezione di costituzionalità dell’articolo 61 numero 11 bis del Codice penale. L’eccezione era stata sollevata dal difensore del cileno, Miguel Angel P., il quale aveva sostenuto, in una memoria, che l’aggravante prevista dal Pacchetto Sicurezza "introduce un discrimine tra le persone presenti sul territorio italiano regolarmente e i cosiddetti "clandestini" a prescindere dalle loro concrete condotte criminali e/o alle loro modalità di esecuzione, introducendo una sorta di diversa qualità dell’azione a seconda di chi la commetta, solo come conseguenza di un illecito amministrativo".

Per il difensore, avvocato Petta, l’aggravante "introduce inoltre un concetto di presunzione assoluta di pericolosità di tutti i clandestini, sottraendo tale valutazione al giudice, che in concreto ha già altri mezzi giuridici per valutare le condotte e comminare le giuste pene".

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