Clandestino in fuga investe un’auto e uccide un ragazzo di vent’anni

Il moldavo, 23 anni, alla guida di un furgone rubato. Non si ferma all’alt della polizia. I soccorsi: «Un inferno, non si riusciva a estrarre i feriti»

da Roma

Alla guida di un furgone rubato non si ferma all’alt della polizia e dopo un folle inseguimento al centro di Roma, travolge un’auto uccidendo un ragazzo di 20 anni e ferendone gravemente altri due, tra cui la sorella della vittima. Si è spezzata così la vita di Rocco Trivigno, uno studente iscritto a chimica all’università La Sapienza.
L’incrocio è lo stesso dove il 22 maggio scorso persero la vita due giovani fidanzati, tra via Nomentana e viale Regina Elena. Il criminale alla guida del furgone è un moldavo con numerosi precedenti penali che, nonostante un procedimento di espulsione intimatogli il 28 maggio scorso, è rimasto tranquillamente a Roma. Dopo l’incidente è stato portato prima al commissariato per l’identificazione e poi nel carcere di Regina Coeli. Succede tutto in una manciata di minuti, poco dopo la mezzanotte e 30 di ieri. Viale Liegi, quartiere Parioli: un Fiat Ducato bianco percorre la strada a velocità sostenuta. Una volante di polizia in perlustrazione lo affianca e decide di controllare targa e documenti. A bordo un giovane che non ha nessuna intenzione di fermarsi. Lampeggiante acceso, faro di profondità puntato sulla cabina di guida. La risposta è immediata: alla vista degli agenti, Ignatiuc Vasile, moldavo di 23 anni privo di documenti, preme il piede sull’acceleratore. Una fuga a 160 chilometri orari attraverso le strade della capitale. L’inseguimento è al cardiopalmo: lo straniero oltrepassa l’incrocio con piazza Buenos Aires nonostante il semaforo rosso, poi quelli con via Nizza e via Alessandria. La polizia non molla, nonostante a una prima verifica il mezzo non risulti rubato. Altri 100 metri e il fuggiasco si trova davanti il maxi-incrocio con via Nomentana. Una strada a doppia corsia di marcia percorsa da bus e auto a tutte le ore. Quando si accorge di una Citroën C3 che gli si para davanti è troppo tardi. Lo schianto è di una violenza inaudita. Il furgone si capovolge, l’utilitaria finisce su un fianco contro un palo della luce. Prima di fermarsi, il Ducato colpisce un altro automobilista.
I primi soccorritori descrivono una scena apocalittica. «Sembrava un inferno - raccontano - vetri e schegge ovunque e poi i lamenti di quei poveri ragazzi intrappolati dalle lamiere». Le telefonate al 118 si accavallano le une alle altre. Dalla postazione del vicino ospedale Umberto I partono le prime ambulanze. «Non si riusciva a estrarre i feriti dall’abitacolo - spiega Brunello Pollifrone, medico chirurgo tra i primi a prestare soccorso -. Lo sportello lato passeggero era bloccato contro un lampione e abbiamo dovuto attendere l’arrivo dei pompieri».
Da via Genova, centrale del 115, giungono sul posto le prime partenze dei vigili del fuoco. Divaricatori e cesoie idrauliche, in pochi minuti si fa l’impossibile per liberare i tre occupanti. Le condizioni di Rocco Trivigno, trasportato al Sandro Pertini, sono gravissime. Poco dopo il ricovero in sala rianimazione, muore. La sorella Valentina, 22 anni, è in codice rosso all’Umberto I per fratture multiple; il fidanzato, Nicola Telesca, 25 anni, ha numerose lesioni ma non corre pericolo di vita. Medicato anche il secondo automobilista coinvolto. Il moldavo, fermato con le accuse di omicidio volontario, con l’aggravante del dolo eventuale, viene sottoposto al narcotest.

«È risultato negativo alle analisi» dicono gli inquirenti. Il furgone era stato rubato il 27 giugno nel quartiere Bravetta, ma la denuncia, presentata ai carabinieri di zona, non era ancora inserita sul terminale centrale.

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