Classici Quell’attrazione fatale per il Vaticano fra santità e dannazione

Raccontare i segreti celati nelle sale più recondite della Città del Vaticano è da sempre l’aspirazione degli autori di thriller. In Giorno di confessione (Tea) Allan Folsom fa indagare un brillante avvocato di Los Angeles sulle strane morti di alcuni sacerdoti, mentre in Cina migliaia di persone muoiono per avvelenamento a causa delle acque inquinate di un lago. Ex agenti della Cia e profiler addestrati dalla Cia danno la caccia a un serial killer che sta eliminando tutti i membri del conclave radunato per eleggere il successore dello scomparso Giovanni Paolo II in La spia di Dio (Longanesi) dello spagnolo Juan Gómez-Jurado, mentre in La morte del papa (Cavallo Di Ferro) il portoghese Luis M. Rocha elabora un’ardita teoria sulla misteriosa e improvvisa morte di Papa Luciani che a tratti ricorda quella già esposta da David A. Yallop nel suo Nel nome di Dio (Pironti). In The Messenger. Terrore in Vaticano (Vertigo) di Daniel Silva alcuni kamikaze si fanno esplodere in piazza San Pietro e lanciano razzi contro la facciata della Basilica scatenando una crisi internazionale. Mentre Il quarto segreto di Joseph Thornborn (Piemme) è incentrato su una lettera consegnata poco prima di morire a una consorella da suor Lucia Dos Santos, l’ultima testimone dell’apparizione di Fatima, e L’ultima rivelazione, dello stesso autore (Piemme), ruota attorno a un papiro del 70 d.C. Fra i classici di questo genere ricordiamo I martedì del diavolo di Enzo Russo che ispirò il film di Pasquale Squitieri Russicum.

I giorni del diavolo e mostrava come l’imminente viaggio in Russia del Papa potesse scatenare una faida internazionale fra spie; ma anche Morte in Vaticano di Maurice Serralt e Max Savigny e portato al cinema dal regista Marcello Aliprandi.

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