Laura di successo lasciata da Sanremo non devessersi ancora stinta sui suoi improbabili vestiti. Diversamente non si spiega come abbia fatto lesordio di Antonella Clerici, sabato sera su Raiuno, a battere lesordio di Paola Perego, sabato sera su Canale 5. Va bene che allo Show dei record la bella Paola era alle prese con cose mostruose (gente che si mette in bocca gli scorpioni, uomini di altezza improbabile, robe così) ma Antonella a Ti lascio una canzone non era certo messa meglio.
A parte lidenticità del format con Io canto (a riguardo sono già stati spesi fiumi di parole), cerano un sacco di cose a imbolsire il programma dei giovani talenti canori. Intanto unorchestra un po timida e quindi incapace di prendere artisticamente in braccio in maniera autorevole gli inesperti cantanti. Poi unospite musicale, Sylvie Vartan, che dallalto dei suoi sessantasei anni anche ben portati sembrava una scelta un tantino incerta per capitanare un parterre di ragazzini. Così come incerta è sembrata anche la scelta del repertorio musicale. Brani adatti ad accontentare un pubblico di fascia anagrafica medio-alta o facciamo anche altissima e decisamente del sud (cerano anche melodie in dialetto romano e napoletano). A un certo punto si sono rifatti facendo eseguire «Per tutte le volte che», la canzone che ha vinto il Festival, ma solo perché in studio è arrivato anche Valerio Scanu. La Clerici è partita lentissima, si è ripresa solo un po verso la fine. I commenti della giuria (Barbara De Rossi, Claudia Gerini che ha il merito musicale di essere compagna di Federico Zampaglione dei Tiromancino, Bud Spencer e lex batterista dei Pooh, Stefano DOrazio) sono stati tendenzialmente stucchevoli, eccezion fatta per quelli di DOrazio.
E tanto per dirla tutta, pure le luci non andavano.
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