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Clima, i Paesi europei ricchi pagheranno di più per aiutare le Nazioni povere a inquinare meno

Bruxelles L’Unione Europea negozierà alla conferenza sul clima di Copenaghen un pacchetto di aiuti internazionali ai Paesi più poveri di 100 miliardi di euro l’anno tra il 2013 e il 2020, ma la quota europea sarà precisata solo dopo che gli altri partner internazionali, in particolare gli Stati Uniti, avranno assunto impegni comparabili.
Questo compromesso raggiunto ieri a Bruxelles tra i leader europei ha consentito di superare le perplessità di Germania, Francia e Italia, pronte a fare la loro parte per aiutare i Paesi in via di sviluppo a combattere il cambio climatico, ma non a staccare assegni in bianco.
Il compromesso ha permesso alla fine di fare salire a bordo anche i nove Paesi dell’Europa orientale. Il riparto interno tra gli Stati membri è stato rinviato a un gruppo di lavoro che discuterà delle percentuali da assegnare ai criteri dell’abilità a pagare e della responsabilità ad inquinare. Le proposte di ripartizione della bolletta saranno negoziate al vertice Ue di dicembre, che si terrà a ridosso della Conferenza di Copenaghen. Ma la Polonia, che ha trattato anche per conto degli altri otto, ha già ottenuto un meccanismo di ripartizione che terrà conto della potenza economica e del diverso livello di prosperità di ciascun Paese. Varsavia e gli altri otto hanno inoltre chiesto e ottenuto che i contributi nazionali per aiutare i Paesi più poveri a prepararsi all’accordo che sostituirà il protocollo di Kyoto avvengano su base volontaria e non obbligatoria.
Di fronte al rischio scampato di presentarsi a Copenaghen divisi in una battaglia in cui la Ue ha finora mantenuto l’avanguardia, la soddisfazione a Bruxelles oggi era generale, con l’eccezione di Verdi ed organizzazioni ambientaliste, deluse dal compromesso al ribasso. È stato annunciato il sostegno dei Ventisette alla stima di 100 miliardi di euro l’anno ai Paesi poveri dal 2013 al 2020 (di cui una quota tra i 22 e i 50 miliardi di euro di finanziamento pubblico), e l’impegno a contribuire al sostegno immediato da accordare tra il 2010 e il 2013, compreso tra i 5 e i 7 miliardi di euro l’anno. «Ora possiamo negoziare con più forza con il presidente degli Usa e il governo cinese impegni analoghi», ha detto il presidente della Commissione Europea Barroso. La Ue avvierà negoziati anche con Giappone, Canada, Australia e altri Paesi.


Per il ministro degli esteri Franco Frattini, a Copenaghen si deve raggiungere un accordo politico globale vincolante. «Tutti si devono impegnare ad andare nella stessa direzione. L’Europa si impegna se gli altri si impegnano», ha sintetizzato.

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