Johnny è un cecchino della Marina americana. Faceva parte di uno squadrone di incursori, agivano nellIrak meridionale. Gente tosta, abituata al peggio, che non si fa sorprendere facilmente. È lunico rimasto vivo. Uno dei suoi, quello più vicino a lui, è stato tagliato in due da una raffica di mitragliatore. Ha cercato di soccorrerlo, ma una pallottola lo ha colpito al braccio e una alla gamba, perdere i sensi gli ha salvato la vita. Quando si è risvegliato i suoi compagni non cerano più. Da allora non riesce più dormire: «Sento le urla dei miei commilitoni ogni volta che chiudo gli occhi e come se fossero qui vicino a me, nella mia stessa stanza». Ha cominciato a guarire dai suoi incubi quando ha ritrovato vivi tutti i suoi commilitoni morti. Stesso scenario, stessi rumori, stessi odori. Ride insieme a loro, di nuovo vivo anche lui.
Stephen King, quando si dice lironia dei nomi, invece è un vigile del fuoco. Era al World trade center l11 settembre, ha visto i suoi colleghi scomparire tra i detriti, era in fila come tutti, in attesa del destino: il mondo è crollato addosso anche a lui, ma ha preferito risparmiarlo. Per mesi non è riuscito più ad entrare a Manhattan o a guidare sul Brooklyn Bridge. Si sentiva in colpa per non essere morto. Non aveva più scelta: per riprendersi il futuro doveva tornare nel passato, rivivere quel giorno come se fosse adesso: «Credevo fosse uno scherzo. Ho ritrovato tutto lorrore di quelle ore, rivisto i miei compagni, risentito le loro voci. Sono loro che mi hanno aiutato a uscire dal buio che mie era rimasto dentro».
Quello che ha salvato Johnny e Stephen dalla condanna di essere sopravvissuti è un videogioco. Si chiama Vr Theraphy, è un software basato sulla realtà virtuale e riadattato a scopo terapeutico. Ci hanno lavorato la Naval medical center, la Southern California university e Hollywood in persona. E gli Usa hanno stanziato 4 milioni di dollari per lo sviluppo di tre progetti sulla realtà virtuale applicata alle alterazioni psicologiche provocate da qualunque tipo di catastrofe. Un visore ad alta definizione e un paio di cuffie bastano per immergere gli scampati in uno scenario di tragedia o di guerra simulata, vengono costretti a ripercorrere gli eventi traumatici vissuti, come se fossero ancora lì. Sul pannello di controllo in tempo reale un medico sceglie l'ambientazione, varia l'intensità di effetti sonori e visivi, come il rumore delle armi da fuoco o la presenza di fumo e di sangue, seleziona gli ambienti, zone urbane, autostrade deserte, bazar affollati, a seconda di dove è avvenuto il trauma. Così viene alterato l'impatto emotivo dell'esperienza, le reazioni del paziente vengono continuamente monitorate. Il programma di cura è stato messo a punto dal dottor James L.
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