Gianandrea Zagato
I puristi del Cuba libre non frequentano la Festa dellUnità. Anzi, se ne tengono ben lontani perché sette decimi di unaltra Cola non sono equivalenti a sette decimi di Coca-Cola. Frazioni da rispettare con rigore nella preparazione di uno dei cocktail - insieme al gin tonic - più richiesti ai banconi dei bar di tutto il mondo. Richiesto ovunque tranne che sotto i gazebo della kermesse rossa.
Già, la nomenklatura del Botteghino ha deciso di sostituire la Coca-Cola con unaltra Cola per risparmiare e forsanche per ragioni «politiche» e questo, dicono gli esperti barman, non è «cosa né buona né giusta». Sia chiaro, nulla contro laltro prodotto ma il Cuba libre è Cuba libre se il mix è Coca-Cola e rum anejo. Ricetta che i diessini hanno modificato non per una «battaglia ideologica», bensì per motivi di cassa, come confessano gli organizzatori: «Abbiamo scelto la bevanda che costa meno. Sì, è vero, il Cuba libre non è granché ma anche perché il rum non è un Havana di sette anni». Risultato? Si impennano le vendite di vodka, amari e limoncelli.
Ma Cuba libre a parte, scoppia anche il caso Lambrusco o, per essere più precisi, il caso Lambrusco Grasparossa di Castelvetro che i Ds accompagnano a cestini di gnocco fritto e piattini di salumi e formaggi. Abbinamento che provoca irritazione ai gastronomi doc: secondo gli esperti del consorzio dei lambruschi è un errore grossolano sposare il Grasparossa di Castelvetro dal sapore pieno e intenso allo gnocco fritto.
Coca-Cola «bandita» dalla festa dellUnità
Crollano le vendite di Cuba Libre servito con unaltra Cola. Cè anche un «caso» Lambrusco
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