È la porta dingresso per il traffico della droga. È meta finale e - allo stesso tempo - tappa di passaggio per un mercato più ampio. Malpensa, lo scalo dei narcos. Da lì a Milano. E da Milano allItalia del nord e del centro. Cocaina, innanzitutto. Ma non solo. Metanfetamine, ecstasy, ghb, shaboo. Così si arricchiscono le organizzazioni criminali transnazionali. Una partita continua con le forze dellordine, guardia di finanza e uffici doganali. Sequestri record negli ultimi anni, che fanno del capoluogo lombardo un vero e proprio crocevia delle sostanze stupefacenti.
I dati: 958 chili di cocaina intercettata dalle Fiamme gialle nel 2006, 590 nel 2008 e altri 320 chili da gennaio a oggi. Un fiume di polvere bianca che si riversa sul mercato milanese (uno dei più ricchi), e da qui parte per le altre regioni del Paese. Ma aumentano anche i carichi di droghe sintetiche, di difficile individuazione anche in ragione del rapporto tra quantità e valore. Pochi grammi, infatti, hanno un costo elevato al consumo. Un affare, per chi le mette in commercio. E poi cè leroina, mai uscita del tutto dalla scena del consumo. Mediamente, dal 2006 al 2008, i finanzieri ne hanno sequestrato qualcosa come mezzo quintale ogni anno. Nel 2006, in occasione dei primi due voli cargo da Kabul sono stati individuati 12 chili di eroina afghana (con un principio attivo del 98 per cento), fornita da una cellula afghano-pakistana. Le indagini, poi, hanno individuato anche i committenti. Era stata la camorra a «ordinare» il carico.
E che Malpensa - e Milano di conseguenza - sia la piazza più ambita per i narcos, lo dimostra anche unaltra statistica. Nellaeroporto lombardo, infatti, è stato sequestrato questanno il 16 per cento di tutta la cocaina intercettata in Italia. Droga che arriva principalmente dal Sudamerica, ma quasi mai dalla Colombia. Troppo sospetto. I carichi, infatti, partono da Caracas, San Paolo e Santo Domingo. Ma non solo. I cartelli, infatti, si riorganizzano su base transnazionale. Così, non è raro che la polvere transiti in Africa (Nigeria e Ghana sono i centri di stoccaggio), sottraendo i corrieri alle tratte «a rischio». Ed è una battaglia continua per individuare i corrieri. Suole delle scarpe, cornici, bottiglie di vino, parrucche imbottite, doppi fondi, tele di quadri, computer, telefonini. Ogni posto è buono per nascondere gli stupefacenti.
E se Malpensa non è più hub, i narcos si riorganizzano.
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