Sorrento - Rifarsi il naso distrutto dalle sniffate di cocaina. Gratis in ospedale, con 10mila euro in una struttura privata. "Fino a poco tempo fa i casi di ricostruzione del naso - spiegano gli esperti riuniti al congresso Federserd, che riunisce gli operatori dei Sert - erano rarissimi, uno su cento cocainomani, quasi nessuna donna. E riguardavano per la quasi totalità il mondo dello spettacolo o manager molto impegnati e stressati". Ora invece la richiesta di questo intervento è così ampia che ci sono le liste d’attesa: cinque mesi in una clinica privata e più di un anno e mezzo in un ospedale, quasi quanto per una Tac. Non sono più rare le donne, e sono sempre più numerose le persone di tutti i ceti sociali.
Anche i giovanissimi "Si sniffa cocaina - dice Claudio Leonardi, coordinatore del comitato scientifico della Federserd - si vede il naso danneggiato con grande difficoltà nella respirazione, si va dal chirurgo plastico per un intervento in una struttura privata, si paga una forte somma, si soffre un po' e poi se non si è imparata la lezione e non ci si è curati, si torna a sniffare. È un problema grave e in aumento - aggiunge Leonardi - ed è un fenomeno che vediamo bene parlando con i tossicodipendenti nei servizi. La situazione è ancor più grave se si pensa che sono costretti alla ricostruzione del naso anche tanti giovanissimi, nei quali le mucose e la cartilagine sono più delicate. Non ci sono remore nel farsi vedere in giro con il naso rifatto perché all’esterno non c’è alcun segno".
Ricostruzione delle mucose "C’è una valvola nel naso - commenta da Roma il professore Ezio Maria Nicodemi, specialista in chirurgia plastica, docente a contratto alla scuola di specializzazione a Tor Vergata - che recita un ruolo cruciale nelle fasi di ispirazione e di espirazione. Quando una persona prende cocaina provoca prima un danno ai tessuti della mucosa nasale e poi, se continua a sniffare, al tessuto cartilagineo che è la componente, anche se in parte, del cosiddetto setto nasale. Con il tempo la cocaina provoca la perforazione della mucosa e della cartilagine. Le conseguenze sono facilmente comprensibili, a cominciare dal fatto che il soggetto è costretto a respirare in continuazione solo dalla bocca.
Il chirurgo plastico - aggiunge Nicodemi - con un intervento che oscilla fra le due e le tre ore utilizza innesti cartilaginei e realizza lembi di mucosa. Così il paziente vede riattivata la funzione respiratoria. È un’operazione che, come vediamo nella quotidianietà, riguarda tutte le fasce sociali. Le donne erano rarissime, oggi se ne vedono sempre di più".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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