In coda per firmare il ricordo di un moderno eroe italiano

In coda per firmare il ricordo di un moderno eroe italiano

Francesco Gambaro

«Al di là delle motivazioni che lo hanno spinto a partire, Fabrizio è morto da eroe. Il Comune di Genova, decidendo di non intitolargli una strada o una via, ha perso una grande occasione per onorare la sua figura».
A parlare è Irene B., maestra delle due sorelle di Fabrizio Quattrocchi, il bodyguard ucciso in Irak due anni fa. Ieri la donna era una delle tante genovesi che hanno risposto positivamente all'appello lanciato dai vertici parlamentari di Alleanza Nazionale a organizzare una raccolta di firme, finalizzata al riconoscimento di una medaglia d'oro al valor civile alla memoria di Quattrocchi. Petizione da presentare in un secondo momento al Presidente della Repubblica per «premiare l'atto di eccezionale coraggio» esibito dalla guardia del corpo genovese.
Attorno al gazebo allestito in Largo XII ottobre, fin dal primo pomeriggio si sono raccolti molti genovesi, che non hanno mancato di esprimere la propria solidarietà al loro concittadino rapito e ammazzato in Irak. Come Gian Franco Parodi: «Fabrizio non era certo quello dipinto dalla Sinistra, ma semmai una persona coraggiosa, un eroe per l'Italia, che avrebbe meritato da questa città un trattamento diverso. Posso capire le contrapposizioni di stampo politico, ma questa volta si è superato ogni limite».
Le parole dell'uomo trovano una solida sponda nel giudizio dell'onorevole Ignazio La Russa sulla scelta dell'amministrazione comunale di non intitolare una strada o una via al bodyguard ucciso in Irak.
«Di questa decisione - scandisce La Russa - penso tutto il male possibile. Ma non sono qui per fare polemiche, bensì per rivolgermi direttamente ai genovesi, chiedendo loro di essere con noi in questa iniziativa». Per il capogruppo alla Camera di An, «le firme raccolte a Genova valgono il triplo, Fabrizio è un eroe moderno».
Sullo stesso registro l'intervento dell'onorevole Giorgio Bornacin, che non ha risparmiato critiche durissime a Palazzo Tursi. «Questa città e questo consiglio comunale hanno paura di dedicare una via o una strada a Quattrocchi, perché vogliono evitare contrapposizioni tra un eroe positivo (Fabrizio) e un eroe negativo (Carlo Giuliani)».
Con La Russa e Bornacin, ieri sono scesi in piazza anche l'onorevole Marco Airaghi e Filippo Ascierto, responsabile della sicurezza per An, e i consiglieri comunali Aldo Praticò e Giuseppe Murolo. Quest'ultimo ha ricordato che «noi tutti gli anni proporremo d'intitolare una strada o una via a Quattrocchi, fino a quando non gli verrà riconosciuto l'onore che si merita».
A dar manforte all'iniziativa di An, ieri in largo XII ottobre si è presentato anche il capogruppo di Forza Italia in Comune, Giuseppe Costa. E sono già decine di migliaia le firme raccolte da Alleanza Nazionale in calce alla petizione al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Al quale l'onorevole La Russa si rivolgerà ufficialmente, al termine della campagna elettorale. Ma il capogruppo di An alla Camera ieri è voluto tornare sulla scelta del Comune di non intitolare una via a Quattrocchi. «Si è trattato di un gesto vigliacco. Perché la giunta anziché decidere di intitolare una strada a Quattrocchi, ha ha fatto finta di non occuparsene delegando la questione al consiglio».


A margine del comizio, l'onorevole La Russa ha confermato la possibilità di candidarsi alle prossime politiche in Lombardia e in Liguria, «se Gian Franco Fini deciderà che ministri e capigruppo si presentino in due regioni diverse». Mentre Giorgio Bornacin verrà candidato come deputato uscente.

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