Economia

Codice fiscale, si cambia: troppi immigrati omonimi

da Milano

Forse rimarrà la familiare bicromia bianco-verde, e quei dati impressi in rilievo. Ma del codice fiscale, almeno di quello concepito alla fine degli anni ’70 sotto forma di tesserino cartaceo prima, e poi con le misure e la rigidità della carta di credito, non resterà altro. È il nuovo che avanza: cinesi, rumeni, arabi, e più in generale tutti gli immigrati regolari, stanno imponendo una profonda revisione al vecchio codice, strumento perfetto per gli italiani in virtù degli 8.103 validi per altrettanti Comuni. Il problema, sotto forma di molti casi di omonimia, si pone invece con gli stranieri, per i quali è previsto solo un codice Paese che aumenta le possibilità di persone con lo stesso nome e nate nello stesso anno. «Cominciano ad esserci troppo omonimie - ha spiegato il presidente di Sogei, Gilberto Ricci - della necessità di una revisione ne abbiamo già parlato con Visco». Non solo. Una modifica del documento con cui vengono fotografati i nostri rapporti con il Fisco, è resa inevitabile anche a causa della necessità di trascrizione di alfabeti diversi da quello occidentale (cinese e arabo, per esempio) e, in prospettiva, per risolvere la questione del doppio cognome.
Ma la metamorfosi del codice fiscale (un processo comunque lento, che sarà completato in una ventina d’anni), non sarà l’unica. Mutuando il modello francese, anche l’Italia si sta attrezzando per poter costruire la famiglia fiscale. Con l’obiettivo di abbinare la posizione fiscale del singolo con quella degli altri componenti il nucleo familiare, in modo da stabilire l’effettiva capacità contributiva. I tempi? «Entro l’anno avremo i primi risultati», ha annunciato l’amministratore delegato di Sogei, Valerio Zappalà.
Altre due novità riguardano inoltre i ritocchi previsti agli studi di settore, ovvero la base su cui calcolare l’imponibile dei lavoratori autonomi, e uno strumento informatico - «Domus» - che sarà dato in dotazione alla Guardia di finanza per stanare l’evasione derivante dalle compravendite immobiliari.
Infine, Ricci ha sottolineato che «diversi miliardi di euro» potranno essere risparmiati dal primo luglio 2007 attraverso la revisione del sistema delle prescrizioni specialistiche e farmaceutiche fatte da tutti i medici italiani, che devono essere comunicate al ministero dell'Economia.

Il sistema andrà a regime entro fine 2008.

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