Silvia Kramar
da New York
Neanche un fotogramma del film è stato girato, finora. Le cineprese, a dir la verità, sono chiuse in uno stanzone dello studio cinematografico della Sony, a Burbank: le riprese dovrebbero iniziare a fine giugno. Il cast, per ora, sta memorizzando il copione, tratto dal leggendario best seller che ha venduto più di 25 milioni di copie ed è stato tradotto in 44 lingue. Eppure il trailer del film già appare tutti i giorni a ogni spettacolo, in oltre 9mila cinema americani.
Comincia così, a quasi un anno dalla data prevista per il lancio della pellicola (il 19 maggio 2006) l'incredibile battage pubblicitario legato al film Il codice Da Vinci, tratto dal romanzo di Dan Brown. Che dal lontano giorno del debutto (nel 2003) sugli scaffali delle librerie ha fatto discutere, ha sconvolto il mondo cristiano, ha creato sottoculti religiosi e una valanga di saggi che ancora cercano di smantellarne la rocambolesca teoria: Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena, dalla loro unione terrena sarebbero nati dei figli e da questi una setta segreta. E Leonardo, nella Gioconda e in vari codici segreti, avrebbe cercato di tramandare al mondo un segreto che gli sarebbe costato la vita.
Eppure il trailer viene già trasmesso, a stuzzicare la curiosità dei milioni di fan del libro-culto.
La Sony Picture ha dato carta bianca al regista Ron Howard, che con questa pre-pubblicità vuole ottenere tre scopi: prenotare come data del debutto il lungo week-end del Memorial Day (in cui storicamente Hollywood raggiunge il massimo dell'affluenza cinematografica); ricordare alle legioni di fan che il film sta per essere girato; assicurarsi che nessuno, fra quanti ne compongono il super cast, decida di rinunciare. Protagonista de Il Codice Da Vinci sarà Tom Hanks, nei panni del professore Robert Langdon. Poi due stelle francesi, Audrey Tatou e Jean Reno, quindi tre inglesi: Alfred Molina, Ian Mckellen e Paul Bettany. «Abbiamo deciso di mandare già il prossimamente nelle sale - ha spiegato Brain Gazer, amico di lunga data del regista e produttore insieme a John Calley del mega progetto - perché si tratta di una storia che il pubblico conosce bene, al punto da identificarsi con il titolo».
Uno dei particolari più surreali della campagna pubblicitaria è che, mancando le immagini di una pellicola ancora da girare, i produttori del trailer se le sono dovute inventare. È nato così un filmato computerizzato in cui si vede un deserto e il narratore intona: «Cosa succederebbe se l'opera d'arte più famosa del mondo contenesse un segreto capace di modificare, per sempre, il corso della storia?». Poi quel deserto, in un veloce zoom, diventa il volto di Monna Lisa. Torna la voce del presentatore: «Al di là di quanto avete letto, di quanto avete sentito, l'avventura è appena iniziata».
E insieme all'avventura cinematografica, che costerà alla Sony più di 200 milioni di dollari, cominceranno anche le valanghe di proteste religiose. L'abbazia inglese di Westminster, che appare in una delle scene finali del romanzo, ha rifiutato alla troupe americana il permesso di girare al suo interno. «La teoria del romanzo non è teologicamente valida», ha ribadito un suo portavoce. «Non sosteniamo le teorie di Dan Brown né la sua visione del cristianesimo». Ma da due anni, ormai, valanghe di turisti si recano nell'abbazia e chiedono spiegazioni sulle teorie de Il codice Da Vinci, costringendo l'amministrazione di Westminster ad affidare ad alcuni usceri l'esclusivo compito di deludere l'insaziabile curiosità del pubblico.
Il governo del Libano ha vietato le vendite del romanzo e ha già fatto sapere che ne vieterà anche la versione cinematografica. Intanto, negli Stati Uniti, molti appassionati del romanzo stanno criticando il contenuto del trailer, che è già stato visto su Internet da due milioni di americani al sito: www.apple.
Claudio Meli, un giovane regista italiano, ne ha offerto una personale versione in una delle tante chat room. Il suo trailer, dicono in molti, piace di più. Lo si può vedere su: leportediparigi.com/mm/codice.wmw.
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