Il Coffy-break dalla famiglia in nome del Pd

Il Coffy-break dalla famiglia in nome del Pd

(...) E va bene che la signora Raffaella abita lì in zona, ma insomma, basta andare un po’ più in basso per assaporare l’odore del mare e il sapore del vento, i profumi di Sottoripa, la magia dell’Expò e la bellezza straniante di Genova. Oppure, salire un po’ più su per arrivare all’Acquasola. O scendere nei caruggi per arrivare ai giochi dei giardini Luzzati, o salire da via Frugoni per perdersi nella bellezza di villa Croce, con una vista straordinaria, prima che la sfregiasse il Nouvel padiglione della Fiera. Insomma, la scelta è vasta. Il Ponte Monumentale non è la migliore.
Ma non sono le escursioni della famiglia Cofferati il tema principale di oggi. Il punto è la sua candidatura alle Europee. Il leader (leader?) Pd Dario Franceschini ha spiegato che «abbiamo iniziato a ragionare con lui, ma la richiesta viene da noi. Lui non ha cambiato idea». E ancora: «Cofferati ha fatto una scelta personale, ha scelto di non ricandidarsi sindaco di Bologna per stare più vicino alla sua famiglia a Genova. Ma non penso che questa scelta precluda ogni altra scelta di vita politica. Valuteremo insieme. È una personalità di spicco di questo Paese».
E Coffy, giocando di sponda, domenica fra una pedalata e l’altra, si è detto «a disposizione di quello che mi chiederà il leader del mio partito». Sarà pure una personalità di spicco di questo Paese, ma aveva anche detto espressamente che lui è una persona seria e che non lasciava Bologna per andare a Bruxelles e Strasburgo, che fra l’altro sono ancora più lontane da Genova. Quindi, la risposta dovrebbe essere nei fatti.
Ma è chiaro che, se Cofferati dovesse essere candidato, per Genova e la Liguria sarebbe un doppio schiaffo. Una presa in giro, per dirla con un eufemismo. Ennesima colonizzazione di una continua colonizzazione. Ricordate Giovanna Melandri che, non solo si candidò capolista qui, ma - una volta eletta - potendo optare per il Lazio e quindi lasciare spazio al ligure Lorenzo Forcieri scelse di nuovo la Liguria, salvo poi non farsi mai più vedere? E chi ha sentito parlare ancora di Lusi o di Garofani?
Già nella scorsa legislatura, il centrosinistra ligure scherzò parecchio con gli elettori per l’Europarlamento. Penso a Michele Santoro, certo, che ricordo ancora in un comizio a piazza Martinez, poi fu eletto, poi se ne andò. Penso, ovviamente, a Marta Vincenzi, che quantomeno lasciò Strasburgo per fare il sindaco di Genova, che non è proprio l’ultima cosa al mondo. Penso a Massimiliano Costa, che - fra dimissioni e subentri - avrebbe potuto arrivare all’Europarlamento tranquillamente, ma preferì optare per fare il viceBurlando.
Insomma, ci limitiamo a chiedere serietà.
Lo facciamo con le parole di Andrea Papini, ex parlamentare del Pd ed ultrà prodiano da sempre, per cui «la credibilità del Pd è messa a rischio dalla candidatura di Cofferati».

E con quelle dello stesso Franceschini, secondo cui «è necessario non imbrogliare gli elettori che hanno bisogno di serietà».
Sottoscrivo alla virgola. E ricordo a Cofferati che la famiglia non è un Coffy-break. Se vuole, a passeggiare con il bimbo, la prossima volta lo accompagno io. Senza scorta, però.

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