Coi, l’impegno militare vicino a chi è in difficoltà

Il Coi, Comitato Operativo di vertice Interforze, si trova a Roma all’interno dell’Aeroporto Militare di Centocelle «Francesco Baracca». L’Organismo coordina le operazioni dei nostri militari all’estero e al suo comando rispondono tutte le nostre forze armate (Marina, Esercito, Aviazione, Carabinieri). Così come è organizzato, è una realtà unica in tutto l’ambito Nato. Il Coi collabora con diverse organizzazioni umanitarie. Insieme a «Sos. Infanzia nel mondo», già nel 2007, ha sostenuto un progetto di oncologia pediatrica in collaborazione con l’Ospedale Gemelli di Roma per l’assistenza sanitaria ai bambini e per la formazione di medici locali. Inoltre ha lavorato con l’Arcidiocesi di Siena per la ristrutturazione del liceo «Bedri Pejani» di Pec. In Libano l’impegno del Coi, oltre a facilitare i compiti delle organizzazioni civili, che in quei teatri operano, fornendo logistica e garantendo la loro sicurezza, è rivolto a interventi in campo sanitario, nella scuola, nell’agricoltura. Così come in Afghanistan. Qui la struttura Interforze si dedica oltre che alla realizzazione di scuole e di ambulatori, anche alla costruzione di ponti e strade e alla distribuzione di aiuti. Oggi il Coi è anche presente in Ciad. «All’origine, la missione in Ciad - illustra il Generale Giuseppe Valotto, Comandante del Coi. - era quella di dare sostegno alle truppe che facevano parte della missione europea Eufor Ciad. Ma poi, quando ci siamo accorti di aver messo in piedi un’organizzazione eccezionale, considerando l’ambiente in cui l’avevamo realizzata, abbiamo esteso l’attività dell’ambulatorio alle popolazioni residenti. Un fatto reso possibile grazie ad accordi con le autorità locali e alla preziosa collaborazione con il nostro Ministero degli Esteri.

È vero, abbiamo salvato la vita a dei ragazzi che sarebbero sicuramente morti e abbiamo evitato l’amputazione di arti. Ma quello che più conta, è il fatto che stiamo raccogliendo sempre più consensi dalla gente del posto».

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