Colaninno: «Il problema è chiuso Non convochiamo i sindacati»

Quanto al «fronte del no» e agli ultimi bellicosi spasmi sindacali, Colaninno ha escluso nuove convocazioni dei sindacati: «Il problema è chiuso», ha affermato in maniera definitiva. Da Roma gli hanno dato man forte non uno, non due ma tre ministri: prima quello alle attività produttive, Claudio Scajola, che ha dichiarato: «Non c’è più spazio per una mediazione». Poi quello dei Trasporti, Altero Matteoli, che ha rincarato: «Coloro che non firmano ho qualche dubbio che possano accedere alla cassa integrazione. La norma è chiara: se viene offerto un posto di lavoro, chi dice no non può accedere alla cassa». Infine, quello del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha confermato: «Non è né un’opinione, né una minaccia, né un ricatto. È la legge che così è stata voluta anche da governi diversi». Matteoli ha anche espresso vibranti parole di gratitudine: «Il governo non solo approva, ma ringrazia Cai per la decisione di andare avanti nonostante il no di alcune sigle sindacali».
E veniamo a queste. I sindacati che hanno rifiutato gli accordi sottoscritti un mese fa - Anpac, Up, Avia, Anpav, Sdl e Cub - sanno di essersi cacciati in un cul de sac. L’Anpav - il sindacato degli assistenti di volo che lunedì ha abbandonato l’assemblea di Fiumicino - per bocca del suo presidente Massimo Muccioli fa sapere di essere alla «ricerca di soluzioni che possano determinare la condivisione degli accordi». Per oggi Anpac e Up (piloti) hanno convocato un’altra assemblea a Fiumicino, ma riservata ai propri iscritti, non alle altre categorie. «E questo la dice lunga - mette in evidenza Muccioli - sulla diversità di interessi presenti all’interno del “fronte del no”». Anpac e Up intendono illustrare agli iscritti le motivazioni del rifiuto degli accordi sui contratti firmati da Cai e dai sindacati confederali.
Uno dei tanti fronti ancora aperti riguarda il partner estero per la Nuova Alitalia. Si era detto che la scelta sarebbe scaturita dall’assemblea di Cai del 28 ottobre: così non è stato. Ieri Colaninno ha spostato la previsione alla fine di novembre, osservando che «sia Air France che Lufthansa hanno caratteristiche estremamente interessanti». Ma la scelta, al di là delle dichiarazioni, sembra ormai caduta su Air France, che acquisterebbe il 20% di Cai reso disponibile da un aumento di capitale. Air France, che sarà a quel punto l’acquirente naturale di Alitalia allo scadere delle clausole di lock up sottoscritte dai soci di Cai, promette di essere un socio molto discreto; ma è inevitabile che la sua preferenza di Fiumicino rispetto a Malpensa pesi sui piani industriali, a dispetto di tutti i tentativi leghisti e lombardi di ridare fiato all’ex hub del Nord.


Eurofly (46% Meridiana) ha fatto sapere ieri di essere pronta ad assumere piloti e ad acquistare slot da Alitalia. Un’offerta è stata presentata il 29 settembre al commissario ma non ha ancora ottenuto risposta.
PStef

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