Premafin è un investimento che «può essere interessante» per il gruppo assicurativo francese Groupama, ma «a questo stadio niente è definito». Parla chiaro il direttore generale Jean Azema, alla presentazione dei conti 2010 nel quartier generale parigino del gruppo mutualistico. In ogni caso, Groupama è ben lungi dallessere tentata di fare un passo indietro come avevano suggerito alcune voci nelle scorse settimane: piuttosto rimarca la determinazione a concludere vittoriosamente la sua campagna dItalia, dove «è un buon momento per investire nelle assicurazioni», è «impegnata» sul dossier Premafin e attende «con fiducia» la risposta della Consob al quesito sullesenzione, o meno, dallOpa sulla holding (e a cascata su Fondiaria Sai e Milano). Ma senza preclusioni di alcun tipo, precisa Azema: se lAuthority decidesse per lobbligatorietà dellOpa, Premafin non uscirà automaticamente dal mirino di Groupama (che punta a rilevare il 17,1% con un esborso di 145,7 milioni), ma la questione passerà al vaglio del cda del gruppo transalpino che avrà lultima parola. I comunicati del 29 ottobre e del 22 novembre sullaccordo che prevede lingresso francese in Premafin, alla luce dellaumento di capitale da 225,7 milioni complessivi approvato dalla finanziaria che controlla FonSai, indicavano invece che «limpegno di Groupama ai sensi dellaccordo è sottoposto alla condizione che Groupama stessa non sia tenuta a lanciare unOpa sulle azioni di Premafin, di Fondiaria Sai e della Milano Assicurazioni».
Comunque Azema è ottimista: «Al momento quello che abbiamo è il via libera del nostro cda a fare questa operazione, su riserva del via libera di Consob. Se non dovesse arrivare, ma non vedo perché, il cda esaminerà le ipotesi», ha precisato Azema. Lincognita, del resto, non dovrebbe più durare a lungo visto che la settimana prossima la Consob potrebbe avviare lesame del quesito.
Azema ha poi ricordato che, al momento, «la famiglia Ligresti non ha intenzione di lasciare il controllo della società», cosa che rende poco probabile leventualità di unOpa, che comunque dal punto di vista delle disponibilità finanziarie sarebbe «possibile» per Groupama. In ogni caso, non sono previsti, a breve, incontri tra i vertici di Groupama e la famiglia Ligresti: «In questo momento non vedo motivi per organizzare un incontro di questo tipo», ha spiegato il direttore generale.
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