Colannino: o il sì o il ritiro dell'offerta Sì da Cisl, Uil e Ugl ma la Cgil frena

Il presidente della Cai ai sindacati: "Nessun aut aut, rilancio condiviso, divisione degli utili". Risposta entro domani alle 15,50. A favore Cisl, Uil e Ugl. La Cgil: "Piano sufficiente, ma manca l'ultimo miglio". I piloti: "Giudizio negativo". Lo sciopero di quattro ore dei Cub provoca l'annullamento di oltre 40 voli. Sacconi: "raggiunta un'importante base di consenso"

Colannino: o il sì o il ritiro dell'offerta 
Sì da Cisl, Uil e Ugl ma la Cgil frena

Roma - Aria da ultima spiaggia. Un biglietto di sola andata con data e ora precisa: giovedì 18 settembre ore 15,50. Ultimo slot utile, per usare un'espressione del ministro Sacconi. Roberto Colaninno inizia la sua relazione ai sindacati sottolinea che il suo "non è un aut aut, ma un tentativo di rilanciare Alitalia con il consenso dei lavoratori". Il presidente della Cai viene presentato ai sindacalisti dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: "Ascoltiamolo - avrebbe detto Letta - poi valuteremo insieme come dare seguito al negoziato se ci sarà il tempo e lo spazio". Ma il presidente di Cai stronca ogni velleità sindacale in avvio: "Non c’è più nulla su cui discutere, non c’è una lira in più da condividere. Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere". Poi il colpo del ko: "Senza accordo condiviso domani ritiro l'offerta". Nell'ultima proposta Cai comunica che intende destinare il 7% dell’utile netto ai lavoratori quando la compagnia comincerà a macinare guadagni. Secondo quanto riferiscono fonti presenti all’incontro il 40% andrebbe ai piloti, il 30% agli assistenti di volo e un altro 30% al personale di terra. "La risposta deve arrivare entro le 15,50 di domani". È Letta a indicare un termine ai sindacati per accettare o rifiutare l’offerta di Cai. Alle 16 di domani è prevista infatti l’assemblea della cordata per decidere se procedere o meno nell’offerta.

I vertici della Cai a Palazzo Chigi Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha incontrato a Palazzo Chigi i vertici della Cai. Il colloquio, a cui partecipano il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta e i ministri delle infrastrutture, Altero Matteoli, dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e del Welfare, Maurizio Sacconi, segue il confronto governo-sindacati-Cai. 

Cisl, Uil e Ugl "La Cisl dà adesione alla proposta Cai". Lo ha detto il leader del sindacato, Raffaele Bonanni, intervenendo all’incontro su Alitalia a Palazzo Chigi con i vertici di Cai. "I giorni di trattativa - ha ricordato Bonanni - non sono passati invano perché abbiamo discusso sul piano industriale attentamente: non ricordo che sia mai successo che un sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti sul piano industriale e, soprattutto, dopo aver condiviso un progetto come questo. Pur riconoscendo i limiti di questa operazione, la parola data va mantenuta. Inoltre ci sembra importante la proposta del presidente della Cai, Roberto Colaninno, di distribuire il 7% degli utili futuri ai lavoratori. Così si apre una prospettiva per la partecipazione anche dei lavoratori alla governance aziendale". Anche l'Ugl ha detto sì al piano tramite la sua leader Renata Polverini. Sulla stessa linea Luigi Angeletti (Uil): "La conclusione di merito è lontana, ma la Cai non ritirerà l’offerta per colpa della Uil".E Bonanni, dopo l'incontro insiste: "La Cisl ha detto sì al piano: "Abbiamo dato la nostra adesione - spiega - perché abbiamo avuto rassicurazioni su molti punti e anche perchè non vogliamo dare il fianco a nessuno per far fallire l’Alitalia. Non so se Cai è pronta ad andare avanti senza la Cgil. Ci possiamo solo separare dal buon senso. Noi - conclude - abbiamo già aderito, perchè non vogliamo separarci dal buon senso".

La Cgil: "Piano sufficiente, manca l'ultimo miglio" "Il piano Cai è sufficiente per partire in quest'avventura e l'ultimo miglio è trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza dell'unica azienda che si propone di rilevare Alitalia e la tutela del lavoro per quel che è. Noi riteniamo che questo punto di equilibrio non sia impossibile da raggiungere. Bisogna che siano consapevoli i lavoratori e l'azienda". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari secondo il quale "é equilibrio chiedere di lavorare di più e meglio salvaguardando i diritti". Solari ha sottolineato che "un'esigenza fondamentale della democrazia è come si misura la rappresentatività. Non sto rivendicando il peso specifico della Cgil e negando quello degli altri. La Cgil vuole fare tutto ciò che può per trovare il punto di equilibrio. E quello di Sabelli (amministratore di Cai, ndr) non è quello che ho in mente io. Non parliamo di fuoco e acqua, si può ancora lavorare". Alla domanda se la Cgil pensa di fare un referendum, Solari ha precisato che "non mi piace ricorrere al referendum sul salvataggio di Alitalia con una situazione così complessa in cui l'alternativa è o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. Comunque i destinatari finali devono dire la loro, il referendum è sempre uno strumento di democrazia".

Epifani: responsabilità da tutti o non si salva "Ci devono consegnare un documento ma lavoreremo fino all'ultimo per allargare il consenso su un piano vero di salvataggio da parte di tutti". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ai microfoni del Tg3. "Il problema - dice - non è firma sì, firma no, ma se dal giorno dopo l'azienda può ripartire e avere un futuro e avere un futuro o torna il caos. E un'azienda nel caos è un azienda che non si risolleva". Inoltre, aggiunge Epifani, "non saprei dire cosa può cambiare dall'oggi al domani. Sul documento, una volta che ci verrà formalmente consegnato, faremo una valutazione. Lavoreremo fino all'ultimo per avere quegli spazi che consentano un maggior accordo possibile per salvare Alitalia. Se tutti non fanno un passo di responsabilità - conclude - l'azienda corre il rischio di non salvarsi".

Il no dei piloti "Sul tavolo non c'é solo il piano per Alitalia, non c'é solo una strategia per riportare l'azienda a fare profitto. Il sistema di governance che vogliono imporre, che ritengono necessario, scopro essere primario". Attacca il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, spiegando che il passo avanti è aver scoperto che "c'é una strategia netta verso le associazioni professionali". Più in particolare, Berti ha rilevato che si è trattato da un lato con i sindacati confederali il che dimostra che "sta succedendo qualcosa di importante nel Paese e cioé che si discutono i contratti dei lavoratori dove non sono rappresentanti", intendendo dire che Cai lo ha fatto con i confederali che non rappresentano in modo sostanzioso i piloti. Il presidente dell'Anpac ha aggiunto che "già si registrano centinaia di iscrizioni di piloti che erano nei sindacati confederali". Berti aggiunge: non conosciamo il documento sui contratti".

Sacconi: "C'è un'importante base di consenso" "Credo che già ci sia una importante base di consenso", dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, sulle diverse posizioni espresse dai sindacati sul piano di salvataggio per Alitalia. A chi gli chiede se è sufficiente il sì arrivato solo da alcune sigle perché il progetto vada avanti, Sacconi risponde: "Mi auguro che la Cai vorrà valutare positivamente il risultato del confronto che si é svolto e che vorrà andare avanti perché ormai è chiaro che non ci sono alternative se non il fallimento". Il ministro comunque si augura "che il consenso si possa ampliare", ma, aggiunge, "ritengo già importante che immediatamente e senza esitazioni tre grandi organizzazioni confederali abbiano dato un consenso al progetto". "Il commissario straordinario di Alitalia mi ha detto di aver parlato con gli amministratori delegati delle grandi compagnie europee che hanno negato ogni possibilità di acquisto di Alitalia confermando solo l'interesse ad una partecipazione di minoranza". Sacconi, lo ha detto sottolineando che rispetto al piano di salvataggio sul tavolo "non c'é alcuna alternativa se non il fallimento di Alitalia".

Il clima A pochi minuti dall’inizio a Palazzo Chigi dell’incontro con le nove sigle sindacali sul piano di salvataggio per Alitalia i rappresentanti sindacali riferiscono degli ultimi contatti telefonici informali con il ministro del Lavoro che avrebbe riassunto la situazione. La riunione nasce per l’esigenza di Roberto Colaninno, il presidente della compagnia Cai creata dalla cordata di imprenditori italiani per salvare Alitalia, di intervenire personalmente nel confronto con i sindacati per un ultimo "accorato appello". La Cai dovrebbe quindi confermare la disponibilità a mantenere i vecchi livelli retributivi a fronte di un forte aumento della produttività, ma dovrebbe anche ribadire che non ci sono più spazi per ulteriori modifiche al piano. Il governo, da parte sua, potrebbe garantire l’introduzione di alcuni correttivi al regime previdenziale per facilitare l’uscita di dipendenti con il pensionamento e dovrebbe anche confermare l’impegno a lavorare per il reimpiego del personale in esubero.

Sacconi e l'ultimo slot Maurizio Sacconi sottolinea che "Colaninno ha chiesto a noi di convocare una riunione di tutte le nove organizzazioni a cui rivolgerà un suo ragionamento". Il ministro ha detto ancora che "non c’è più trattativa. In questo momento non può non esserci la speranza che tutti siano così responsabili da cogliere la sostanza, al di là delle virgole, di una intesa". La sostanza è "l’ultimo slot per il decollo di Alitalia". Poi il ministro ha fatto un "appello a tutte le organizzazioni sindacali".

Angeletti: "Condizioni per accordo" "Penso ci siano tutte le condizioni per un accordo" è possibilista il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, commentando la notizia della convocazione dei sindacati sottolineando che sul contratto unico "il lavoro è giunto quasi a metà. Bisogna scegliere tra due strade - ha detto - la prima è accontentarsi di quello che c’è, l’altra rinviare tutto ciò che manca a una trattativa successiva". Il leader sindacale ha aggiunto che sul contratto unico la discussione tra i sindacati confederali non è ancora conclusa. C’è, per il momento, un insieme di proposte "frutto del negoziato con la Cai". Angeletti ha precisato che queste proposte "valgono per tutte le categorie, anche per i piloti, perché tra i piloti ci sono anche nostri iscritti. Per il personale di terra - ha concluso - c’è invarianza di salario. Per quello di volo, a parità di retribuzione devono volare il 6% di ore in più. Queste proposte sono già state discusse con la Cai. La quattordicesima comunque resterà, non saranno decurtate le ferie. Non c’è ancora una proposta dei sindacati perché la discussione non è ancora conclusa per quanto riguarda gli aspetti contrattuali". 

Protesta a Fiumicino Circa mille dipendenti dell’Alitalia stanno sfilando in corteo all’aeroporto di Fiumicino per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni ("Meglio casellante che in Cai navigante" recita uno striscione) stanno creando qualche disagio alla circolazione automobilistaica al piano delle partenze nazionali. Insieme alle bandiere del Cub, che oggi ha indetto un o sciopero di 4 ore, sventolano quelle della Cgil e dello Sdl. Sono presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess stewart e piloti. I manifestanti si sono radunati davanti ai banchi del check-in delle partenze nazionali, dove alcuni colleghi stanno lavorando, invitandoli a scioperare e urlando "Fuori, fuori".

E a Capodichino Oltre 300 dipendenti dell’Atitech di Napoli hanno bloccato la strada di accesso all’aeroporto di Capodichino. La protesta è stata decisa al termine dell’assemblea dei lavoratori. L’occupazione interessa via Ruffo di Calabria, impedendo di raggiungere con auto e pullman lo scalo partenopeo. Disagi, dunque, per passeggeri in arrivo e in partenza da Napoli. Già nei giorni scorsi, i dipendenti della società che si occupa della manutenzione pesante degli aerei, erano scesi in piazza per chiedere di essere inseriti nel perimetro occupazione della Cai e garanzie sul loro futuro professionale.

Lo sciopero indetto dai Cub "Numerose le cancellazioni di voli e i ritardi" a causa dello sciopero nazionale indetto oggi dalla Cub Trasporti per i dipendenti Alitalia e per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. A tracciare il bilancio mentre l’astensione è ancora in corso è lo stesso sindacato di base che accusa di "irresponsabilità" l’esecutivo, rispondendo alle critiche del ministro Matteoli. "Quaranta i voli cancellati a Fiumicino solo nella mattinata, con una prospettiva di aumento nel corso dello sciopero. Oltre mille lavoratori hanno sfilato in corteo nello scalo romano. Deserto il Marconi di Bologna, dove è pressoché totale l’adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell’arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell’ astensione". Secondo il coordinatore Giampietro Antonini, è "irresponsabile un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti e i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere".

Matteoli: "Sono irresponsabili" "Chi durante una trattativa indice uno sciopero dimostra grande irresponsabilità". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli a Sky Tg24 in riferimento allo sciopero del personale di terra Alitalia previsto per oggi. "Le parti stanno trattando - aggiunge il ministro -, il governo è impegnato in prima persona e indire uno sciopero in questo momento dimostra solamente un senso di irresponsabilità".

Quanto alle pressioni che i sindacati stanno facendo sull’azienda, Matteoli sostiene che "anche se in maniera dura, stanno facendo il loro mestiere. Hanno cercato di portare a casa tutto ciò che era possibile in favore dei loro iscritti. Adesso o si firma o sarà molto difficile proseguire le trattative".

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