Il Colle protesta con Lula: "Decisione grave"

Non solo il Guardasigilli Angelino Alfano e il ministro degli Esteri Franco Frattini. A protestare con il Brasile per il rifiuto dell’estradizione all’ex terrorista Cesare Battisti c’è anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto). Il capo dello Stato, infatti, ha inviato ieri al suo omologo Inacio Lula da Silva una formale lettera di protesta per esprimere «profondo stupore e rammarico» per la «grave» decisione del ministro della Giustizia Tarso Genro di concedere lo status di rifugiato politico a un uomo condannato per quattro omicidi.
Il Quirinale ha sottolineato come l’ordinamento giuridico italiano offra ampie garanzie a chi si sia macchiato di reati legati al terrorismo e si è fatto interprete «della vivissima emozione e della comprensibile reazione suscitata nel Paese e in tutte le forze politiche» dalla decisione del governo di Brasilia. La lettera è stata consegnata a un collaboratore di Lula dall’ambasciatore italiano in Brasile, Michele Valensise, e l’intervento del Colle ha trovato subito il plauso delle forze politiche, centrodestra in testa. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato ha ricordato come «è inimmaginabile che Lula non tenga conto delle parole del capo dello Stato».
Intanto, uno stop alla liberazione di Battisti è giunto dal Supremo Tribunal federale, la Corte costituzionale brasiliana, che ha deciso di «congelare» la sua scarcerazione. Una decisione verrà presa solo dopo la valutazione della Procura generale della Repubblica.

Ecco perché per ora l’ex Pac rimane recluso nel carcere di Papuda. Prigione dove potrebbe scontare una detenzione da due a sei anni per essere stato anche trovato in possesso di un passaporto falso al momento dell’arresto.

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