Colleghi in rivolta, furbetti in cella Ma il giudice li fa scarcerare tutti

NapoliIn otto in manette a Napoli con l’accusa di assenteismo. Li hanno denunciati i colleghi, stufi di dover sopperire ai loro «buchi». Una rivolta anti furbetti in piena regola. Delusa però dalla giustizia: il gip ha liberato tutti.
E così oggi torneranno tutti al lavoro all’ospedale Vecchio Pellegrini, un presidio importante incastrato nel cuore del centro storico della città. Cinque degli arrestati avevano passato nella macchinetta «marcatempo», non solo il badge personale ma, anche quello di altri tre colleghi. Dopo la manfrina, i 5 hanno raggiunto gli altri all'esterno, per consegnare i tesserini timbrati.
La polizia giudiziaria in servizio alla Procura di Napoli, li ha colti in flagranza di reato e ammanettati. Ci sono anche altri due assenteisti, sfuggiti alla flagranza, un medico e un infermiere, denunciati in stato di libertà. Il totale è quindi di dieci indagati scovati in un solo colpo. Dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni della Azienda sanitaria locale Napoli 1, la più indebitata d'Europa: con un buco di 4 miliardi di euro.
Ma, nella serata di ieri è arrivato il colpo di scena: il gip non ha convalidato gli otto fermi eseguiti dalla Procura, pur riconoscendo l'esistenza del reato ma ritenendolo non grave. Il giudice delle indagini preliminari ha ordinato la scarcerazione degli otto arrestati 24 ore prima. Questo sia per motivi di merito sia per motivi procedurali. Non sono stati fatti, ha ritenuto il giudice, gli accertamenti necessari: in particolare non sono state valutate le spiegazioni fornite dagli otto per giustificare la loro assenza dal posto di lavoro e l’impiego del badge magnetico da parte di colleghi. Il gip ha poi rinviato gli atti alla Procura per gli approfondimenti del caso. Successivamente il pm potrà chiedere eventualmente il rinvio a giudizio degli otto indagati (più i due denunciati in stato di libertà).
Perplessità tra i pm per questa decisione del gip. «L'arresto per gli assenteisti colti in flagranza di reato è obbligatorio ma è strano che non venga ritenuto un fatto grave», spiega un inquirente. Gli otto arresti rappresentano il frutto di una attività investigativa durata una ventina di giorni, fatta di appostamenti e pedinamenti. Oggi, gli otto dipendenti del Vecchio Pellegrini, potranno tornare in ospedale per riprendere il loro posto di lavoro.
A prescindere dagli arresti, al Vecchio Pellegrini il malessere è diffuso tra i pazienti che hanno la sventura di doversi addentrare nei reparti e negli uffici per prenotare una visita medica. File che sembrano interminabili, attese lunghissime, spesso neppure una sedia per riposarsi. Gli infermieri e gli amministrativi stati sorpresi due mattine fa dalla Procura grazie ad alcune soffiate arrivate proprio dai colleghi dei «lavativi». Qualcuno ha messo nero su bianco e inviato una denuncia anonima in Procura, altri hanno telefonato a Palazzo di Giustizia per denunciare il malcostume, rivelando nomi e cognomi, uffici e reparti dei presunti furbetti.
I dipendenti onesti, quelli che fanno il loro dovere e ogni giorno si recano in ospedale in orario, senza mettere in pratica furbizie, avevano manifestato soddisfazione per l'operazione condotta dalla Procura, Sezione Reati contro la pubblica amministrazione. «Era ora che qui venisse la magistratura» dice con un filo di voce una giovane donna che indossa un camice bianco.
Il Vecchio Pellegrini è uno degli ospedali dove è forte il degrado e dove le regole sono calpestate continuamente. A cominciare dal divieto di fumo: incontrare medici e infermieri con la sigaretta tra le dita è frequente.

Il piazzale è un parcheggio riservato non solo alle ambulanze ed alle auto di servizio ma, anche ad altre persone che nulla hanno a che vedere con l'ospedale.
Tra gli otto arrestati vi sono impiegati amministrativi, infermieri e un autista. I due denunciati, sono un medico e un infermiere.
carminespadafora@libero.it

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