Gianandrea Zagato
Sa di essere una risorsa per Milano e non vuole affatto sprecarsi, gettare al vento quel che ha seminato da assessore comunale e da presidente della Provincia. Ombretta Colli tira quindi avanti sulla sua strada e non entra nella «zuffa» sollevata dal suo supporter Marco Marsili, segretario nazionale dei Liberaldemocratici, contro lassessore di Forza Italia Tiziana Maiolo. «Affitto pagato o non pagato da un assessore? Ma è un tema da campagna elettorale? I cittadini saspettano risposte su traffico, parcheggi e verde».
Vuol dire che non sapeva di questa accusa? «Ogni responsabilità resta a carico di chi firma le accuse. Ripeto: secondo me sarebbe il caso di parlare di Milano e del suo futuro». Lapidaria laspirante sindaco Colli, che non solo non centra con quella «paginetta-spazzatura» di veleni, come lha definita lassessore Maiolo, ma prende dunque le distanze dagli stessi Liberaldemocratici. «Se arrivo al quattordici virgola nove per cento, be vuol dire che i miei sostenitori non sono solo i Liberaldemocratici» annota lex Signora Provincia, che ben conosce il magro bottino sin qui raggranellato dalla formazione politica nelle precedenti campagne elettorali.
Preannuncio di un divorzio già nellaria, dopo lintesa elettorale siglata dai Liberaldemocratici con lItalia dei Valori di Antonio Di Pietro e, soprattutto, dopo laccordo raggiunto con un altro aspirante sindaco, il conduttore televisivo Marco Bellavia. «Lettura sbagliata, quella fatta da Ombretta» fa sapere Marsili: «Per noi non sarebbe cambiato niente. Il nostro segretario cittadino, Antonio Mantovan, continua ad occuparsi delle liste e della presentazione. Da mercoledì scorso, da quando Bellavia ha scelto di candidarsi con noi anziché correre da solo, del candidato sindaco Colli non abbiamo più avuto notizie. Cosa vuol dire? Se qualcosa si è forse modificato, se ha deciso di non correre più dovrebbe almeno farlo sapere. È questione di correttezza che, evidentemente, in politica è qualità sempre più rara».
Dichiarazione che Marsili accompagna con una nota: «Regna la paura di vedere quel pacchetto di voti targati Ombretta Colli diventare appannaggio della Casa delle libertà. Noi, liberaldemocratici, in Ombretta vogliamo avere ancora fiducia».
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