Colombati: «Ma erano dischi clandestini»

Red Ronnie ha replicato a un mio articolo su Cuba dove, tra l'altro, raccontavo come la musica dei Beatles fosse proibita dalla dittatura castrista fino al 1978. Secondo Red Ronnie, non è vero. E come testimonianza riporta un brano di un libro del ministro della Cultura cubana Abel Prieto. Una testimonianza - come dire - un po' di parte.
Il fatto che i Beatles furono banditi da Cuba è di dominio pubblico ed un esperto di rock come Red Ronnie non può non saperlo. Scrive, in proposito, Claudia Lightfoot a pagina 210 del suo libro Habana (Bruno Mondadori, 2004): «I ventenni all'Avana conoscono tutte le canzoni dei Beatles a memoria, tuttavia per quelli che erano giovani negli anni Sessanta questa musica ha un significato particolare perché rappresentava allora un intero universo della cultura giovanile al quale i cubani non potevano accedere. (...) I primi programmi radiofonici dedicati a loro furono trasmessi solo dopo lo scioglimento della band. Circolano inoltre testimonianze e aneddoti su registrazioni pirata fatte con metodi casalinghi e dischi confiscati e distrutti dalle autorità». Ma la migliore risposta a Red Ronnie potrebbe essere un articolo apparso su la Repubblica il 18 agosto 2005, firmato da John Lee Anderson che andò a Cuba ad intervistare proprio il ministro Abel Prieto: «Uno dei successi di cui Prieto va maggiormente fiero», si legge, «è quello di aver dato a una delle piazze della Vecchia Avana il nome di Parco Lennon, con tanto di statua in bronzo di John Lennon. Negli anni Sessanta la “decadente” musica dei Beatles era proibita a Cuba».
Questo per quanto riguarda la musica. Sui libri censurati da Castro (tra cui John Milton!) Red Ronnie non si pronuncia.

Si chiede, invece, «come mai tre giustiziati a Cuba nel 2003 valgano più delle migliaia di persone giustiziate ogni anno nel mondo», omettendo di precisare che nel mio articolo non ho mai scritto che un morto a Cuba vale più di un altro. Ho solo denunciato il mio disgusto per una dittatura che - per fortuna - conta ormai solo sull'appoggio di uno sparuto manipolo di ciechi.

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