«Per colpa dei pm avremo spie inefficienti»

RomaPresidente emerito Francesco Cossiga, è «un insulto...
(trillo del telefono, Cossiga si fa passare l’anonimo interlocutore cui rivolge una sfuriata come ai bei tempi del Quirinale)
«Caro Amico, e mi chiedi che succede? Ti rendi conto?... Io pedinato da una Punto, bianca... La mia scorta se n’è accorta, e sai di chi era? Dell’Aise, era (i servizi di informazione “esterni”, ndr). Dove vogliamo arrivare? Davvero vuoi che la prossima volta faccia un’interrogazione con numero di targa e nome degli occupanti?».
Strano Paese, questo. E lei che si vuole mettere sotto la protezione della Cia...
«Non avrei alcuna difficoltà, sa? Li conosco da tanti anni, affettuosamente li chiamo “i ragazzi di via Veneto”. Frequentavo casa del capo, la moglie preparava deliziose wienerschnitzel...».
È arrabbiato: vorrebbe cambiare i capi dell’intelligence, Di Pinto, Damiano, Bonsano, e trovare una «buona sistemazione al marinaio Branciforte».
«Branciforte è buon marinaio e brav’uomo. Tanto da potersi fidare di personaggi che prestano alla Procura di Milano bassi servizi da Ovra fascista. Ma cos’aspetta il governo a cacciarli via?».
Forse qualche leggerezza, come nell’affare Tarantini a Palazzo Grazioli. Possibile che...
«... possibile che la ragazza che Annozero chiama in tivù abbia potuto scattare foto all’interno della residenza privata del premier? E mica foto fatte col telefonino... Un amico giura che si tratta di un apparecchio ben più sofisticato. Non mi meraviglierei se la signora D’Addario oltre che da Tarantini sia stata pagata anche da altri».
In questo bailamme, ecco lei pronto a difendere l’onore di Pollari, Mancini e Pompa.
«Sono stato stamane a casa Pollari. Gli avevo consigliato di fregarsene del segreto di Stato e dare tutte le carte al pm Spataro, per evitare la galera. Non l’ha fatto... Quello che mi meraviglia, semmai, è che D’Alema non abbia speso una parolina buona, nei confronti di Pollari. E dire che gli ha reso brillanti servigi, e qualche aiutino ai tempi della scalata Unipol...».
E Mancini?
«A casa mia sono venuti un ambasciatore americano e un direttore centrale della Cia a scongiurarmi di convincere Mancini a non dimettersi dall’intelligence, perché altrimenti sarebbe saltata l’intera rete Sismi da lui messa su in Siria, Irak, Afghanistan, Iran... Chi crede che abbia fatto liberare le “due Simone”? Hanno combattuto Al Qaida, ma è comprensibile che i pm Spataro e Pomarici preferiscano il totalmente inefficiente Aise».
Perciò le richieste del pm Spataro sono un «insulto».
«Ora ci manca soltanto la seconda sberla: la possibile, probabile condanna di Gianni De Gennaro, e abbiamo fatto tredici».
Servitori dello Stato che mettono le mani dove nessuno ha voglia di metterle, diceva Montanelli.
«Se gli agenti dell’intelligence non potessero, in taluni casi, lavorare oltre il confine della legalità, avrebbe ragione Berlusconi, quando dice - scherzando ma non tanto - che “basterebbero Polizia e Carabinieri con una spruzzatina di Guardia di Finanza”».
Saranno condannati?
«Non lo so. Ma è certo che per colpa di questi magistrati sarà totalmente inefficiente la nostra intelligence, specie nei confronti dei servizi paralleli amici e alleati... Ma chi di loro potrebbe affidare ai nostri una qualche informazione, con il rischio di vederla citata in un processo, in totale violazione del segreto di Stato?».
Spataro, vecchia conoscenza.
«Un focoso extraparlamentare di sinistra, quando io già ero al Viminale, cui i colleghi consigliarono di andare a Lecco per fare carriera. Credo che ci sia tanto, su di lui, negli archivi della Digos».
La fermo, prima di essere accusati di oblique minacce. Intanto, il Csm ha approvato anche un documento pro-Spataro.
«So che in quell’occasione ha votato a favore il vicepresidente, Nicola Mancino. Ho chiesto i verbali di quella riunione, che il Csm ancora tarda a mandarmi, ma sono pronto a fare il c... (lo scriva!) a Mancino se l’invio tarderà ancora».


Le «toghe rosse» hanno conquistato la «testa» del Csm?
«Se Mancino pensa di strizzare l’occhio a Md per sottrarsi alle sue responsabilità nella trattativa tra Stato e mafia, fa male i suoi calcoli. Ho pronta un’interrogazione che faccia luce sull’incontro con Paolo Borsellino. Capisco che Mancino voglia arrivare alla Consulta, e magari a senatore a vita, ma qual è il partito che lo sosterrebbe?».

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