«Colpire solo i pendolari non risolve il problema»

Clavarino: «L’idea di una tassa non è sbagliata. Ma deve ridurre il traffico, la vera emergenza»

Per una Milano da respirare c’è solo una ricetta applicabile: ridurre il traffico automobilistico e le sue nefaste emissioni. Parola di Amedeo Clavarino, presidente della Fondazione Ambiente Milano, che pur applaudendo la scelta morattiana del ticket sottoscrive pure quella preoccupazione formigoniana che «questo pedaggio non riduce né traffico né smog».
Dottor Clavarino, che vuol dire? Che, forse, si può fare di meglio?
«Il ticket fatto pagare ai pendolari non è la soluzione. E non lo è nemmeno, a Milano, in queste condizioni, puntare sul trasporto pubblico che è al massimo di quello che può dare. Ma, ripeto, è un inizio per chi, come Ambiente Milano, ha un obiettivo: ridurre la congestione e l’inquinamento. E rimarco la congestione perché è la prima emergenza per i milanesi seguita poi dallo smog».
Traduzione: Ambiente Milano sostiene che se un pedaggio dev’esserci va proporzionato alle dimensioni dei veicoli ovvero va incentivato il ricorso a mezzi meno ingombranti e non solo meno inquinanti?
«Sì, ma il problema non sono solo i Suv. Anche i motorini a due tempi, quelli che emettono benzene e idrocarburi incombusti inquinano più dei loro omologhi a quattro tempi e addirittura delle auto a benzina catalizzate. Bisogna iniziare - con ritardo di sette, dieci anni - a ragionare in proporzione al peso, alle polveri emesse e all’ingombro dei mezzi. Quanto ai Suv - che, tra l’altro, occupano un sacco di suolo pubblico - e ai diesel senza filtri antiparticolato, be’ producono polveri anche cinque volte più delle auto a benzina».
Scusi, proibiamo i diesel dalle strade di Milano?
«No, li dotiamo di filtri antiparticolato che abbattono le polveri sottili fino al 90 per cento. Se ci fossero su tutti i diesel in circolazione la presenza delle polveri sottili in città si ridurrebbe quasi della metà. E a Milano le polveri sono prodotte, non lo si dimentichi, per il 75 per cento dal traffico e da soli i motori diesel concorrono per il 50 per cento».
E le polveri prodotte dagli impianti di riscaldamento?
«Si deve utilizzare gasolio desolforato, emulsionato come accade in altre città del mondo. E, ancora, va incentivato il car sharing, l’auto condivisa da più persone, oltre l’uso di piccole automobili».
Senta, dottor Clavarino, lei sostiene la necessità di gratta&sosta proporzionali a ingombri e polveri emesse insieme a una politica di auto condivise oltre all’uso di filtri per diesel e via dicendo: ma i milanesi non ci stanno a pagare questa tassa.
«Non è un’eresia pretendere che i mezzi siano dotati di più efficienti dispositivi antinquinamento. E anche se pagare una tassa non fa mai piacere, be’ siamo tutti coinvolti e per questo credo che i cittadini milanesi non siano poi così in disaccordo con questo ticket voluto da Letizia Moratti».
E mai studiato dalla precedente amministrazione.
«Credo che se in passato l’ex sindaco Gabriele Albertini avesse avuto un pizzico in più di fantasia, oggi la situazione sarebbe migliore. Non inquinano solo i cittadini che vengono da fuori Milano ma pure quelli che vivono in città.

E, poi, non esiste solo l’arma della tassa ma anche quella degli incentivi che va usata per premiare i comportamenti virtuosi».
Suggerimento che Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha già applicato.
«Lo riconosco. Ma ancora c’è da fare: io vivo tra Milano e Londra e garantisco che nella City si respira meglio».

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