Quando la notizia si è diffusa a macchia dolio stentavano a crederci anche gli stessi poliziotti che ogni giorno in quella caserma ci mangiano e dormono: qualche «topo, per ben due notti consecutive, è riuscito a scassinare la macchinetta cambia monete e a portarsi via tutto il contenuto, circa 1000 euro. La vicenda del furto di per sé potrebbe sembrare piuttosto banale se fosse accaduta, per fare solo un esempio, in una sala giochi oppure in un centro commerciale della città. Ma quando il magro colpo avviene allinterno di una caserma di Polizia, la «Iavarone», situata a poche centinaia di metri dallaeroporto intercontinentale di Fiumicino, allora la notizia diventa piuttosto curiosa, per non dire imbarazzante.
Così come ha messo in imbarazzo gli investigatori della polizia giudiziaria in forza nello scalo romano, che proprio ieri si sono visti sporgere formare denuncia dal gestore degli apparecchi cambia-monete. Paradossalmente quella presa di mira dai ladri è stata proprio la macchinetta installata, insieme con alcuni videopoker, nelle immediate vicinanze dello spaccio della caserma di Polizia. I «topi» scassina-macchinette molto probabilmente devono avere approfittato delle ore notturne per introdursi nellarea e avere tutto il tempo di manometterla e impossessarsi dellincasso in monete. Anche perché durante il giorno tra coloro che vi risiedono (circa duecento) e gli agenti che la frequentano normalmente, si parla di quasi ottocento persone che vanno e vengono. Difficile quindi, anche per un provetto Arsenio Lupin riuscire a compiere un furto senza venire scoperti. A meno che, come si vociferava ieri negli ambienti investigativi, a compiere il furto non sia stato «qualcuno» che già si trovava allinterno della caserma e che ha avuto quindi tutto il tempo di agire indisturbato.
Pur se per motivazioni totalmente diverse da questa, la caserma Iavarone è stata più volte oggetto di polemiche, a causa delle sue condizioni fatiscenti. Lo scorso dicembre gli onorevoli, Graziella Mascia, Franco Russo e Maurizio Zipponi avevano presentato uninterrogazione a risposta immediata in Commissione I Affari Costituzionali e al Ministro dellInterno.
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