Colpo di stato dei giovani piloti Detronizzato «Re» Michael

Alonso sostituisce Schumacher come presidente dell’Associazione: «Mi hanno spinto i colleghi»

nostro inviato a Shanghai
Fernando Alonso, via radio, al suo box subito dopo la pole: «Che tempo ha fatto Michael?». «Povero vecchio Schumi... è indietro», è stata la risposta del team. Perché comunque sia andata la corsa di oggi, comunque andrà a finire questo meraviglioso mondiale, stanno ormai saltando le marcature e, anche verso un immenso campione come Schumi, si porta meno rispetto. È la F1 che va avanti. Di più. È il regno della F1 che prepara la successione al proprio sovrano fin qui indiscusso. Fin qui, perché ora, eccome, se lo discutono: per dirla tutta, più che in un regno che perde il sovrano, sembra di essere in una traballante repubblica del centro America dove i piloti hanno appena portato a termine il loro personalissimo colpo di stato: via il presidente dell’associazione, Michael Schumacher, e dentro Fernando Alonso. Il futuro.
Al fuoriclasse spagnolo non sembra bastare di contendere lo scettro in pista al kaiser tedesco, vuole farlo anche a livello politico. Non a caso, se gli scappa un sorriso nel commentare l’importante pole del sabato, gliene sfuggono due quando spiega la fresca nomina al vertice della Gpda, la Grand prix driver’s association: «Mi fa molto piacere – dice – perché è un incarico importante, ma non è stata solo una mia decisione... a ben vedere, gli altri piloti mi hanno spinto a fare questo passo, visto che alla fine non abbiamo neppure votato e c’era l’unanimità sui nomi dei tre nuovi incaricati» (oltre a Fernando, Ralf Schumacher e Mark Webber, ndr). Ma sarà lui il presidente, prendendo, di fatto, il posto non ancora vacante che, dal 2001, ricopriva Michael Schumacher.
Dalla velocità con cui, dopo l’annuncio del suo prossimo ritiro, l’hanno subito sostituito, appare chiaro quanto gli attori della formula uno non sopportino più la dittatura, agonistica e carismatica, del grande tedesco. «Nel linguaggio di noi piloti – spiega un grande ex, oltre che del circus anche della Ferrari, Ivan Capelli – quando vengono messi in pratica avvicendamenti di questo genere, significa proprio che un ciclo si chiude. D’altra parte, basta osservare tutti i giovani ormai alle porte, gente veloce, vi garantisco, gente davvero forte come Hamilton e altri (Kovalainen, ad esempio), tutti piloti che arriveranno il prossimo anno; senza contare quelli già in pista come Rosberg o Kubica... La prossima stagione ne vedremo delle belle. Per cui, l’incarico di presidente dato ad Alonso sta a significare che, d’ora in poi, sarà lui a trattare con la Federazione per le questioni che stanno loro a cuore, su tutto la sicurezza. Avere un’associazione priva di un campione del mondo come simbolo, sarebbe un problema di fronte agli interlocutori».
A «colpo di stato» motoristico avvenuto, tutto è infatti passato in mano ad Alonso. Radio paddock assicura però che i piloti, già in Turchia, avevano in mente di mettere in atto il loro progetto, chiamiamolo di rinnovamento, e che tutto sia stato poi rinviato proprio per attendere che kaiser Michael decidesse il suo futuro. Può anche essere, potrebbe trattarsi dell’ultimo, inaspettato, gesto di cortesia verso il grande campione che in pista spaventa ma a cui si deve rispetto.

Però, in un mondo dove, per via delle distanze la votazione via fax è all’ordine del giorno, i piloti avrebbero anche potuto attendere fine stagione, due Gp ancora, e lasciare che il re abdicasse da solo sia dalla pista che dalla politica a 300 all’ora. Invece la new generation ha fretta di far piazza pulita.

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