In coma portinaia picchiata: giallo stupro

Ada M. è stata trovata da un inquilino, con abiti in disordine e volto tumefatto. Incerto il movente, ma si pensa a un tentativo di violenza. Non è stata una rapina né un’aggressione a sfondo passionale. La donna, 65 anni, è vedova

Perché si picchia una donna di 65 anni fino a ridurla in fin di vita? Escluso il movente passionale, la rapina, forse anche l’aggressione a sfondo sessuale rimane ben poco. La risposta può fornirla solo lei, ma adesso è incosciente, in un letto del San Raffaele, un po’ per i colpi in testa ricevuti, un po’ per i sedativi somministrati dai medici. Non è tuttavia in pericolo di vita e oggi, forse, riuscirà a incontrare gli investigatori della mobile per raccontare chi e perché l’ha ridotta in quel modo. Fino a quel momento la vicenda può essere definita, senza esagerare, «il giallo di via Padova».
È infatti proprio in un vecchio e malandato stabile, una casa di ringhiera con cortile, in fondo a quella lunghissima strada, al civico 275, che è stato trovata ieri priva di sensi Ada M., classe 1943. L’ha scoperta verso le 10 uno dei tanti inquilini, stesa a terra all’interno della sua guardiola il volto tumefatto dai colpi. I soldi e il cellulare nella borsa, ci dicono che non dovrebbe essere stato un tentativo di rapina. L’assenza di un marito, morto l’hanno scorso, o di un compagno, escludono in delitto passionale. Esclusi anche i due figli, con un alibi di ferro. Rimarrebbe l’aggressione a sfondo sessuale: qualche dubbio viene dalle condizioni degli abiti un po’ troppo in disordine. Per questo, appena le sue condizioni lo permetteranno, verrà visita anche dai medici del Centro antiviolenze della clinica Mangiagalli.
Per il resto dunque buio pesto, sui possibili moventi. Lo stabile dove Ada fa la custode alla mattina dalle 8 a mezzogiorno, è composto da una novantina di alloggi quasi esclusivamente occupati da nord africani, per la stragrande maggioranza regolari e con un’occupazione stabile. Ada, arrivata in via Padova 275, appena un anno fa, ne aveva presi molti a cuore, come racconta un giovane egiziano che ieri l’ha incrociata sul portone verso le 8.40. «Io in questi giorni sono in infortunio e per questo mi stavo recando all’Inail a perfezionare alcune pratiche. L’ho incontrata sulla soglia, ci siamo scambiati due parole di saluto. Per me è un persona molto cara, sempre gentile e disponibile, soprattutto per decifrare bollette e comunicazioni burocratiche. Se con la lingua avevo qualche difficoltà, lei pazientemente mi aiutava, come del resto faceva con molti altri miei connazionali. Veramente non riesco a capire chi possa avere fatto questo».


Eppure se si esclude rapina, stupro e raptus di gelosia, non rimane che ipotizzare un’aggressione nata all’interno del microcosmo dello stabile. Se non sarà la stessa signora Ada a illuminare gli investigatori, solo un accurato esame di tutti gli inquilini del caseggiato potrà agli uomini della mobile i primi spunti per venire a capo del giallo.

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