Tra commedie noir, esperimenti teatrali e il mito di Faust

Mentre nelle sale maggiori della capitale proseguono le repliche di spettacoli importanti o si avvicendano nuovi debutti di cui abbiamo già parlato (ad esempio, Gomorra in cartellone all’Ambra Jovinelli da oggi), gli spazi deputati alla ricerca mostrano, in questa settimana, una proteiforme vivacità di nuove proposte. Al teatro India arriva, in prima nazionale, una coppia storica del nostro teatro sperimentale, Remondi & Caporossi, con la pièce Dolore perfetto, lavoro sulla solitudine e sulla «follia dovuta alle cose che nessuno sa» ambientato una sorta di discarica delle sofferenze umane dove persino le parole fanno fatica ad essere pronunciate. Sempre questa sera prende poi il via alla Cometa off di Testaccio la V edizione della rassegna «LET. Liberi esperimenti teatrali» che, inaugurata dallo spettacolo di e con Vinicio Marchiona La più lunga notte (omaggio al poeta Dino Campana), cerca di fare il punto sulla giovane drammaturgia italiana con una scaletta di appuntamenti in programma fino al 29 marzo. Dopo il bel successo de La serva di Gianni Clemente (con una splendida Crescenza Guarnieri protagonista) e de L’occasione d’oro di Alan Bennet per la regia di Antonella Civale, l’Argot ospita, anch’esso da oggi, una commedia noir, Il club delle piccole morti, scritta e interpretata da Tommaso Capolicchio. Ci riporta invece al mito di Faust lo spettacolo Fari nella nebbia che il trentenne Vincenzo Manna (autore e regista) presenta al Furio Camillo da domani con un cast composto esclusivamente da attori formatisi all’Accademia Silvio D’Amico: un uomo, una donna, uno sfondo metropolitano di oggi, una separazione misteriosa per raccontare gli aspetti meno ovvii dei sentimenti. Suona infine come un’esortazione dai risvolti curiosi e simpaticamente irriverenti l’ultimo lavoro di e con Gaetano Ventriglia, Otello alzati e cammina, che arriva al Piccolo Jovinelli giovedì sera.

«Il mio teatro oggi si interroga sull’Otello - spiega l’autore/attore - e lo mette in rapporto con la condizione esistenziale dell’oggi e del sempre. Il tema di questo spettacolo è: cosa fare della nostra vita? Sono in scena, quasi non mi muovo, sono davanti a voi, e che succede?»

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