Commemorazione dei Defunti

I cristiani, fin dai primi secoli, usavano pregare per i loro morti e visitarne le tombe. La tradizione affonda le sue radici nell'Antico Testamento, (2 Mac 12, 44), dove Giuda Maccabeo ordina preghiere per i caduti. Ma per i cristiani, certi della resurrezione, la visita ai cimiteri era occasione di letizia, tanto che a un certo punto bisognò morigerarne i comportamenti (infatti, non di rado la cosa finiva in allegro pic-nic). L'usanza di parlare a bassa voce nei cimiteri, come anche quella del «minuto di silenzio», si diffuse solo dopo l'Illuminismo, quando le filosofie secolaristiche ripristinarono il concetto, pagano, della morte come «sonno eterno» (vi dedico un intero capitolo del mio I mostri della Ragione-2, edizioni Ares). Nei secoli cristiani la data del «giorno dei morti» variò per lungo tempo e non fu unanime. Fu con il diffondersi della riforma cluniacense che la cristianità cominciò ad adottare il 2 novembre. Infatti, il primo ad associarla alla festa di Tutti i Santi, facendola seguire immediatamente, fu s. Odilone, abate di Cluny, morto nel 1049. Ci vollero un paio di secoli prima che l'usanza diventasse radicata dappertutto, anche perché un decreto papale che la imponesse universalmente non ci fu mai. L'abitudine di celebrare tre messe in questo giorno è relativamente recente.

Poiché molti fedeli richiedevano suffragi per le anime dei loro defunti, cominciarono i domenicani di Valencia e nel 1748 il papa Benedetto XIV estese a tutta la Spagna. Benedetto XV, nel 1915, allargò a tutto l'Occidente cattolico, per i caduti della Grande Guerra.

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