di Roberto Snaidero *
Il voto parlamentare al maxiemendamento del «decreto legge stabilità» ha confermato ancora una volta il distacco della politica dal Paese reale. Le modifiche introdotte al ddl hanno di fatto ignorato la nostra proposta di inserire gli arredi nella detrazione Irpef del 50%, a costo zero per le casse dello Stato ma in grado di generare un incremento dei consumi nazionali d'arredamento del 20% (pari a circa 1,2 miliardi di euro) consentendo un recupero del crollo registrato dal 2007 a oggi e dando ossigeno dopo cinque anni durissimi.
Tale misura, condivisa e sottoscritta per la prima volta da tutti i più importanti attori della filiera - industria, sindacati (Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil), commercio (Federmobili), costruttori (Ance), Confartigianato Legno Arredo e Cna Produzione - parte dal presupposto che l'arredamento è parte integrante e sostanziale della riqualificazione edilizia e del benessere abitativo delle famiglie. E non comporta incrementi aggiuntivi dei costi per lo Stato già previsti dal decreto.
L'alleanza stretta fra i principali soggetti del mondo produttivo e commerciale conferma quindi un deciso cambio di passo nelle strategie comunicative e di lobby portate avanti da FederlegnoArredo per supportare le aziende della filiera alle prese con la peggiore crisi dal dopoguerra. La proposta è stata inoltrata ai presidenti dei gruppi parlamentari, ai presidenti delle commissioni di Camera e Senato e ai ministeri dello Sviluppo, dell'Ambiente, dell'Economia e alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Mi auguro che il prossimo governo terrà conto delle nostre istanze dimostrando finalmente un reale interesse allo sviluppo di politiche industriali per troppi decenni dimenticate, ma senza le quali il nostro Paese sarà destinato a un inevitabile declino.
* presidente FederlegnoArredo
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