Il commento Il cuore pulsante di un popolo

Il commento  Il cuore pulsante di un popolo

Mai come in questi giorni, ci sono articoli che scorrono come l’acqua sotto la doccia. E solidarizzo pubblicamente con i colleghi - ce ne sono tanti, credetemi - che sono obbligati dai loro capi a fare giri di telefonate che suonano pressappoco così: «Scusi, sono del giornale xy e vorremmo un commento sull’articolo al centro della nostra prima pagina e delle locandine odierne». A questo punto, il povero interlocutore sfodera il più innocente dei «Mi perdoni, ma oggi sono molto impegnato al lavoro e non l’ho ancora letto». Il poverino, quindi, torna alla carica, riassumendo tema e contenuto dell’articolo bomba e riesce a strappare al malcapitato interlocutore un commento, magari generico, immediatamente elevato al rango di titolo: «Il problema esiste e, dopo le opportune verifiche, ce ne occuperemo».
Poi, c’è il Giornale. Che magari (e anche senza magari) vende meno copie delle corazzate di carta e inchiostro. Ma che ha un popolo di lettori che pensa, si indigna, soffre e pulsa per ciò che scriviamo.

La controprova? Penso alla splendida lettera aperta di Armando Tagliavacche, finiano ante-litteram, a Fini: dopo che è stata pubblicata, al nostro lettore sono arrivate decine di mail e di chiamate a casa e, sul sito internet del Giornale, (...)

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