Il commento La famiglia dei lettori

Ancora una volta, riuscite a commuovermi, a commuoverci.
Volevo semplicemente anticiparvi i nostri auguri per le festività pasquali, ma non riesco a non parlare di voi, della nostra «famiglia» del Giornale di Genova e della Liguria. So di ripetermi, so di averlo già spiegato, ma per l’ennesima volta vorrei ringraziarvi per tutto quello che ci date, che si somma al piacere e alla fortuna di fare un mestiere che amiamo profondamente, il più bello del mondo.
Mi rendo conto che, a furia di scriverlo, un po’ ce la tiriamo, visto che di aumenti di stipendio non si vede mai nemmeno l’ombra, però ribadisco: lettori come voi valgono più di ogni aumento. Sperando che questo articolo non venga letto da Andrea Favari, il nostro bravissimo amministratore delegato, che tiene i cordoni della borsa rigorosamente ed ermeticamente chiusi.
Anche in questi giorni, quando venite con le buste dei tagliandini (a proposito, viaggiamo abbondantemente sopra quota 21mila e la massa di foglietti non accenna a diminuire, facendo registrare il più grande successo mai visto in Italia in un’iniziativa simile, alla faccia di chi ci derise e di chi, come il senatore Enrico Musso, con uno scivolone dialettico non all’altezza della sua intelligenza, definì «irrilevante», il fenomeno della gara per il sindaco), la soddisfazione più bella è quella di parlarsi, di conoscerci, di ri-conoscerci. Persino quando, magari, non siamo d’accordo su questo o quell’altro articolo, su questa o quell’altra posizione, su questa o quell’altra scelta.
Ma non conta: l’importante è sentirsi parte di una comunità e i vostri visi, le vostre strette di mano, le vostre mail, le vostre lettere, ce lo confermano ogni giorno. Guardarsi in faccia, parlarsi, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, è qualcosa più forte di qualsiasi contratto integrativo, di più gratificante di ogni risultato di vendite o pubblicitario. Poi, certo, metteteci anche che le vendite vanno bene, in controtendenza rispetto a un mercato dove purtroppo i giornali sono diventati beni di lusso, e che la pubblicità funziona, il che ovviamente fa piacere e aiuta, visto che credo che la serenità e i risultati siano il migliore aiuto per ogni prodotto. Ma, persino di fronte a questi risultati positivi, voi valete di più.
Anzi, a proposito di pubblicità, permettetemi una brevissima parentesi: ovviamente, averne tanta fa estremamente piacere ed è sempre un segno di vitalità e di questo ringrazio moltissimo tutti gli inserzionisti - parecchi dei quali, a volte, sono diventati veri e propri amici - e gli agenti della Arcus. Poi, certo, a volte è davvero troppa e per quei giorni, mi scuso personalmente con tutti. Ma, come avrete notato, cerchiamo anche di farci perdonare aumentando la foliazione il più spesso possibile: a dodici, come oggi, o, come è successo domenica scorsa, addirittura a sedici pagine. Ve le meritate tutte.
Visto che siamo in tema di ringraziamenti, permettetemi anche di ringraziare la nostra straordinaria redazione che ogni giorno ci permette di darvi quasi tutte le notizie che leggete altrove, ma soprattutto tutte quelle che non potete leggere altrove. E quindi grazie ai poligrafici Teresa Calcagno, Dunia Briata e Davide Gaggero e grazie alla nostra squadra: Diego Pistacchi, Ferruccio Repetti, Monica Bottino e Federico Casabella, a cui si è aggiunta da qualche settimana Giulia Guerri, che avete iniziato a conoscere di firma grazie ai suoi reportage sul campo e che anche umanamente vale come i suoi articoli: moltissimo.
Insomma, una squadra di cui essere orgogliosi. E di cui sono orgoglioso. Così come sono orgoglioso di lettori come voi.

La bellezza delle cose che ci scrivete è spesso commovente: «Grazie per tutto quello che fate» è una frase impegnativa e bellissima, ed è la più ricorrente in telefonate, lettere e mail, la «condivisione di idee e valori» che mi ha scritto ieri Aldo Di Silvestre è qualcosa di raro e che fa ovviamente estremamente piacere, così come i sorrisi di Gianfranco Rovani (...)

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