Il commento Il fascino bipartisan di cambiare la Liguria

Il commento Il fascino bipartisan di cambiare la Liguria

Provate a entrare a Palazzo Ducale in questi giorni (ma sarebbe lo stesso in qualsiasi altro periodo dell’anno). Provate a girare per i cortili e per le sale. Provate a viverlo. E entrerete in un altro mondo. Che è al centro del centro di Genova - difficile classificare diversamente piazza De Ferrari - ma che è come fosse altro da Genova.
Stiamo raccontando il miracolo del Ducale e della Fondazione per la Cultura. Un miracolo che di nome fa Luca e di cognome fa Borzani. Un uomo del Partito democratico, che è di sinistra e viene dalla sinistra. Un uomo che ha idee di sinistra, che spesso non sono le mie idee.
Eppure, un uomo che è riuscito a conquistarsi stima e rispetto bipartisan. Perché le buone idee, la buona Genova, la buona Liguria, spesso prescinde dall’appartenenza politica: ci sono emeriti cretini che sono stati fatti eleggere dal centrodestra, c’è gente che ha preso i voti a destra e poi li ha portati a sinistra e ci sono persone di sinistra valide e capaci. Un nome? Ne potrei fare tanti. Di molti ho stima umana (ad esempio, Mario Tullo, di cui condivido poco o nulla, è una persona educata e a modo, con una carica di dolcezza, anche nello scontro), di altri apprezzo pure le idee. Penso, ad esempio, al tesoriere regionale del Pd Giovanni Battista Raggi, assessore tecnico a Santa Margherita Ligure: è uno perbene, che sa di cosa parla, capace ed educato. E poi non se la tira da futuro presidente del Consiglio, come succede a troppi. Se non l’avete ancora fatto, vi invito a leggere i suoi articoli sul Giornale: spesso, sono un manifesto di cultura liberale.
Insomma, l’abbiamo scritto. Qualche volta, sui problemi concreti, non certo sul voto di fiducia al governo, occorre uscire dai soliti schemi destra-sinistra. E puntare sulle persone, sui risultati, su quello che è buono o utile per la città e per la Regione. Ricordo, ad esempio, la battaglia che abbiamo fatto insieme al capogruppo del Pdl Matteo Rosso - l’unico Rosso che ci piace, uno che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, uno bravo sul serio - sulle consulenze in Regione. Quelle consulenze oggi sono quasi azzerate. E se, grazie a Rosso e a noi, Burlando l’ha fatto, è ovvio che, su questo, elogio Burlando. Così come lo elogio per alcune risposte date a Raffaella Della Bianca, battagliera come sempre, che gli chiedeva fatti e non parole. Ma sono pronto a ri-attaccarlo su mille altre cose, come le continue lamentele sul governo per i fondi sull’alluvione: giusto chiedere ciò che spetta per aiutare le popolazioni colpite, sbagliatissimo alimentare una guerra con il Veneto per chi ha avuto più o meno soldi, in una triste e un po’ meschina gara al dopo-alluvione.
Così come abbiamo apprezzato, sempre in Regione, il voto bipartisan - propiziato dal gruppo del Pdl e da Roberto Bagnasco - al programma dell’assessore al Turismo Angelo Berlangieri: fare arrivare i turisti in Liguria è un obiettivo che non ha colore. Così come non ha colore il tunnel della Fontanabuona, che l’altroieri è stato al centro di un incontro del tutto positivo: per un giorno il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e il suo predecessore ai Trasporti Claudio Burlando parlavano la stessa lingua. Ed era un bella lingua.

Così come è stato bello vedere le facce dei consiglieri pidiellini Garibaldi, Bagnasco e Rocca e quello dell’assessora alle Infrastrutture della Regione Liguria Raffaella Paita (che già è bella di suo, almeno quando non indossa quella terribile giacca rossa che vedete nella pagina successiva, certo più affascinante dei tre omaccioni messi insieme), che sorridevano dello stesso sorriso. L’importante è che si faccia il tunnel, non la polemica su chi non lo fa. (...)

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